mercoledì 6 marzo 2013

my own kind of hatred



Sharpe trovò il suo capitano al Devils' Den, intenta ad attingere dal primo carico di alcolici scadenti che le era arrivato dagli stabilimenti a un centinaio di miglia di distanza. Era mattina e il locale era vuoto, ma Jack Rooster aveva la faccia e l'odore di chi non aveva chiuso occhio per tutta la notte. La pilota si sedette e le mise davanti un incarto. Conteneva roba fritta naturale del genere che si trova a Safeport: insetti, perlopiù, alcuni con un sapore che ricordava il pollo. Rimase in silenzio di fronte a lei per due minuti pieni.

"Quando ti ho conosciuto, ammiraglio - iniziò - ho deciso di salire a bordo con te perché al mondo c'è davvero poca gente che non odio, e non avevo mai incontrato nessuno nel 'Verse che odiasse tanta gente quanto la odiavo io"

Jack teneva il capo reclinato in avanti, appesantito dall'alcol. Non intervenne, Sharpe andò avanti.

"E non è cambiato molto da allora, ammiraglio. Tu odi i bluejacks, li odiamo tutti. Odi i corer perché hanno sostenuto il governo che ci ha invaso, quelli che sono entrati nell'esercito e anche quelli che non ci sono entrati, perché tanto valeva entrare in quello indipendentista a quel punto. Odi i rimmer che non sono andati in guerra, perché li dici codardi, e odi quelli che ci sono andati ma che a guerra finita hanno appeso il browncoat al chiodo. Odi chi dice che vorrebbe tornare in guerra, perché chissà se se lo ricordano che inferno fu la guerra, e odi quelli che vorrebbero la pace, perché vorrebbe dire rassegnarsi alla sconfitta e darla vinta al nemico. Odi i koroleviti perché magari tifavano per noi, ma non hanno avuto le palle per prendere le armi e schierarsi pubblicamente. Odi i collaborazionisti, i criminali, i ladri e i truffatori, i giovani che non sono mai andati in guerra, quelli che dicono che in guerra non ci si doveva andare, quelli che non sono mai passati da Serenity Valley e quelli che la guerra non ha reso orfani, perché a loro tutto sommato è andata bene, aye? Hai odiato Ivy Kusch prima di ucciderla e ogni tanto ti vedo odiare anche Sterling, e il perché lo sapete solo tu e lei, anche se ce ne siamo resi conto tutti, a bordo."

Jack rise pianissimo e affondò il viso nelle mani, soffocando il pianto.

"E tutto questo odio ti morde e ti divora da dentro, e non c'è giorno in cui non ti alzi e non ti ricade addosso senza che tu possa liberartene mai, e senti come se ti impedisse di muoverti, di pensare, anche solo di respirare, e l'unico posto in cui trovi un po' di conforto è sul fondo di una bottiglia o in quella merda che mandi giù tre pasticche alla volta, ammiraglio. Lo so bene come funziona. Succede anche a me"

Sharpe si fermò un attimo. Jack tirò su col naso pulendoselo sommariamente con una manica della camicia, poi rimboccò il bicchiere.

"Ma io non sono un ammiraglio della resistenza indipendentista. Seguo gli ordini, non li do. - riprese duramente - quindi: cazzo. Cazzo, ammiraglio: qualsiasi cosa stia succedendo nella tua testa, viene dopo. Dormi un giorno intero se devi, vomita l'anima e picchia i pugni sui muri: qua nessuno ci farà caso. Fai quello che vuoi, ma poi rimettiti in piedi e torna a fare il tuo dovere. E' quello che diceva tua madre, no? E' quello che fanno le persone giuste".

Sharpe si alzò in piedi, se ne andò. Jack rimase indietro a bere.



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