martedì 3 dicembre 2013

our own kind of freedom


E' il dodici dicembre 2505 e balliamo dietro il saloon. Fa così freddo che ti chiedo di stringermi e tu invece fingi di farmi cadere, e quando io ti insulto tu ridi e dici che come faccio a non fidarmi, sei tu, come faccio a non fidarmi? Quella notte facciamo l'amore tenendoci addosso quasi tutti i vestiti, e quando dopo ci stendiamo sul fondo del fienile tu ti lamenti di avere la paglia nelle mutande, e dici che sant'iddio, non è possibile fare l'amore e preoccuparsi della paglia nelle mutande, e che un giorno costruirai una casa solo per andarci a fare l'amore con me.

E' il 2510, ed è novembre. Mentre sono in una trincea a Boros e vengo informata che ciò che rimane del sesto reggimento verrà inviato a combattere a Hera, tu sei al lazzaretto di Madrida, dietro la chiesa, e leggi a mia madre una poesia che lei vuole che ti ricordi. La poesia, come tutte le più belle poesie di questo mondo, parla d'amore. Quella notte continui a leggere e a tenerle la mano, finché non ti rendi conto che il polso non le batte più. 

E' il 2514, settembre. Ho appena ucciso un soldato alleato mio prigioniero. L'ho fatto dopo averlo torturato in modo barbaro, alla ricerca di informazioni che non mi ha voluto dare. So che Eivor non mi guarderà più con gli stessi occhi. So di avere danneggiato John in maniera irrimediabile, facendogli pensare che ciò che ho fatto è giusto, ma non c'è niente di giusto nel far soffrire un uomo, neanche se è un tuo nemico. Mi chiedo che fai e se ti vergogneresti di me, se vorresti ancora sposarmi, dopo aver visto ciò che sono stata capace di fare. 

E' un giugno tiepido. Mentre io sto morendo, schiacciata con la schiena contro il bancone di un saloon di Greenfield, tu, a parsec di distanza, punti un fucile contro un ragazzino che è venuto a rubare in casa tua le uniche due galline che ti sono rimaste, e che ti permettono di sfamare te e tua madre. Gli dici di andare via, o altrimenti spari. Lui ti guarda con degli occhi enormi, in cui puoi leggergli l'indecisione tra il morire subito, fucilato, o più tardi, di fame. Lui se ne va correndo con il bottino, e tu scopri di non avere il coraggio di sparare a un innocente.

Ho otto anni e tu dodici, e nonostante ti odi più di qualsiasi altro ragazzino a Madrida, ci casco come una stupida quando mi fai credere che i pesci volanti esistono davvero, e che ne troverò un raro esemplare su quell'albero alto e pieno di vespe. Tuo padre ti prenderà a cinghiate per due giorni, più o meno il tempo che ci impiegherà mia madre a togliermi i pungiglioni dalla pelle.

Nel 2513, una notte, mi sveglio accanto a Scott. Mentre lui dorme io scivolo fuori dal letto e mi rivesto molto lentamente. Nello stesso momento tu stai raccontando di me a una prostituta che adora le storie d'amore, e che ti dice che dovresti partire e andare a cercarmi, e sposarmi, e avere con me tanti figli, e riportarmi a Shadetrack. Per una notte intera ti chiedi se non abbia ragione lei, ma il giorno dopo ti riporta un po' di buonsenso, e ti dici che alcune cose sono perse.

E' la primavera più bella che abbia mai visto su Shadetrack, e tu cerchi nell'erba i tuoi pantaloni per estrarne un anello avvolto in un fazzoletto. Quando ti dico che non rinuncerò alla guerra per te, replichi che va bene, che ti risponderò quando la guerra sarà finita, che avrò un sacco di tempo per pensarci.

Cinque anni dopo è il 2511 e attorno ho soltanto morte. Mentre a te, a Mexican, arrivano le prime voci della fine della guerra, io imploro John Cassidy di aiutarmi a riportare il corpo di mio fratello a casa. Non imploro a voce, lo faccio con gli occhi. Quando mi dice che non gli basterebbe il carburante, io ripesco quell'anello dal fondo di una tasca, e gli dico che potrà usare quello, per il carburante e per il servizio.

Quattro anni più tardi, tu stai provando a sistemare un apparato di filtraggio dell'acqua da solo. Non ci riesci, imprechi ad alta voce perché a breve non saprai più che cosa bere, e nella disperazione pensi che saresti dovuto morire te invece che tuo fratello, che lui avrebbe saputo ripararlo. Intanto, su Bullfinch, io ho appena dato un pugno a John Cassidy e lui ha appena dato un pugno a me. Ma è già passato, e prima di salutarmi poggia quello stesso anello che gli diedi una vita prima sulla branda nella mia cabina, dicendomi che dovrei tornare dove qualcuno mi aspetta.

Non ricordo che anno è. Sono ubriaca e terrorizzata, perché ho perso Eir Sterling nell'esplosione di una nave. Tu intanto hai trovato un fiore (è così raro trovarne a casa, ormai), e pensi di raccoglierlo e andare a trapiantarlo vicino alle tombe della famiglia Rooster. Non mi passi nella mente neanche per un istante.

E' poco tempo fa. Gli stranieri non sono benvenuti a Sweet Waters: vengono solo a depredare il poco, il pochissimo che c'è. Spari contro Sharpe un colpo di avvertimento mentre scende dalla pedana di stiva, mancandole il piede destro per un soffio. Io sto dentro e dico ai numerosi figli di Ritter e Sterling di nascondersi, non so che sei tu. Quando urlo il mio nome da dietro la spessa paratia metallica della wyoming che ci ha portati a casa, dico che vengo in pace, che sono di Shadetrack, e che sono la figlia di Susan Rooster e la nipote di Sam Rooster. 

E' davvero un istante fa. Nell'abbracciarti d'impeto ti sbatto il fucile contro la schiena. Tu mi sollevi e giri su te stesso, senza che io riesca neanche a toccare terra con i piedi. Non ci diciamo niente per un tempo infinito, ma va bene così. Io ripenso a tutte le volte che non ti ho pensato, e mi chiedo se ti sei fatto le stesse domande che mi sono fatta io, mentre me le facevo io. Ti vorrei chiedere: cosa stavi facendo mentre io riparavo lo steccato a nord di Buckskin Trails? Mi hai pensato quella volta in cui ho riabbracciato Red Wright evaso da Fargate, e hai sentito anche il tuo cuore fermarsi quando lo ricatturarono? Io baciavo Sundance su una tempia perché ci aveva appena sbloccato le prove necessarie ad incastrare i criminali che avevamo catturato, e tu intanto chi baciavi? Mentre io mi legavo i polsi e mi lasciavo trascinare sul fondo, sicura che fosse l'unico modo per vincere la guerra (vincere o morire per lei), tu in quali catene eri serrato? Chi aveva le chiavi di ogni lucchetto? E ora che mi rivedi, ti senti finalmente libero come mi ci sento io?

Non fa niente, va bene comunque, va bene così. Ti amo come un fratello, e gli errori sono tutti nel passato. Ti bacio sulla fronte e ti dico che ho così tante cose da raccontarti che tutta la vita non ci basterebbe. Tu mi guardi e ridi. In quel momento mi viene in mente che sai già tutto, e non ho dubbi. Solo tu potresti. 

E' il 2506, e sto partendo per la guerra. Ti abbraccio e ti dico in un orecchio: "ti ho nelle vene, Chris. E non ti ci posso più tirare fuori".


* * *

[dal libro di poesie di Susan Rooster]

[post n. 100]

venerdì 29 novembre 2013

my own kind of reason I fell in love with each and every one of you



Non sto scrivendo questa cosa a tutti quanti, la sto scrivendo ad alcuni. Uno viaggia centinaia di parsec e passa anni nella stessa nave, e può succederti qualsiasi cosa, e se quella è la prima cosa che capisci, la seconda è che chi sta là dentro in qualche modo diventa famiglia tua. In qualche modo. 
Quindi sto scrivendo a John, a Sun, a Ed e Cortes, e a Schmidt e a Bolivar. A Sam Hale, anche, e ad André Vandoosler, perché li raggiunga dove stanno. A Red Wright perché lo aspetti quando uscirà dall'inferno di Fargate.
A questo punto, in un modo o nell'altro, tutti avranno capito che sto partendo per l'ultimo grande viaggio, e che se Dio me la manda buona, questa volta non torno. Tra qualcosa tipo sette mesi e mezzo avrò un figlio, e voglio che nasca dove sono nata io, e che mi veda provare a ricostruire qualcosa dove i nemici non hanno lasciato più nulla. 
Non è una lettera d'addio, è una dichiarazione d'intenti. Vi dirò quello che farò, perché se a un certo punto qualcosa andrà male, dovrete essere in grado di sapere dove venire a cercarmi e come ripigliarmi per i capelli, perché Dio mi sia testimone: non ho intenzione di crepare proprio adesso.  
Andrò a Safeport, per prima cosa, e vedrò di vendere il Devil's Den al migliore prezzo che riesco. Coi soldi che ci ricavo, insieme a quelli che mi sono messa da parte, comprerò il fertilizzante della Blue Sun, quello speciale che non siamo riusciti a rubare, a suo tempo. Lo farò portare a Shadetrack. Andrò a Saint Andrew, perché devo salutare il figlio di Red Wright, e andrò a Tauron, perché sto tornando a Shadetrack per ricostruirla, e non lo posso fare senza Sterling che aggiusta le cose, Ritter che aggiusta le persone, e i loro rumorosissimi figli che aggiustano l'anima. Se li conosco un po', verranno anche loro. Verrà anche Sharpe. Infilerò poi me, Acab e Shamrock (il cane e il cavallo vengono con me anche loro, ay) in un pozzo di Sanderson con cui supererò il confine. Se riuscirò ad arrivare a Hall Point, il grosso del viaggio sarà fatto e arrivare a casa sarà facile. Con il fertilizzante e qualcuno che sa usarlo, dovremmo riuscire a far rinascere almeno un piccolo pezzo di terra.  
Abbiate cura delle cose. Della guerra e di voi stessi, e poi l'uno dell'altro. Anche della Almost Home: so che tutti hanno sempre pensato fosse la mia nave, ma anche col mio nome sopra non è mai appartenuta a me. E' vostra ed è di tutti quelli che decidono di combattere. E' stata quasi-casa per un sacco di tempo, per me. Spero lo sarà sempre anche per voi.  
Mia madre diceva che un uomo può fare quello che vuole, ma se è un uomo giusto, farà quello che deve. Voi l'avete sempre saputo anche se non eravate figli di mia madre, e me l'avete ricordato quando io me lo stavo scordando. Vi sarò sempre grata, per questo.
Jack Rooster

my own kind of story


DESCRIZIONE FISICA




Alta 1,65 metri, pesa 63 chili e ha trentatré anni. Ha un corpo dalle forme abbondanti, curvilineo all'altezza dei fianchi e del seno. E' dotata di buona potenza e discreta agilità, grazie ad una muscolatura tonica e costantemente allenata. Sulle braccia si intravede un accenno leggerissimo di muscoli, mentre le linee delle spalle e del collo sono molto femminili. Ha una carnagione scura, cotta dal sole, la pelle rovinata in qualche punto vista la scarsa cura. Ha un viso tondo, dei denti bianchi e dritti, labbra carnosezigomi bassi, degli occhi grandi colorati di un verde torbido che si mischia a un po' di castano. Fronte non troppo alta, capelli mori, lunghi, folti, leggermente mossi e spesso raccolti in code e trecce. Caviglie e polsi sono forti, i talloni hanno i calli di chi ha camminato tanto, le mani di chi ha imparato a lavorare, a cavalcare, a combattere. Porta le unghie cortissime per comodità.

 

Indossa abiti maschili e comodi, molto poveri in fatto di tessuti e fantasie: pantaloni scuri di tela o fustagno, camicie di cotone o di flanella in base alla stagione, stivali e cinturoni di cuoio e un giaccone marrone che ha ormai da quasi un decennio. Ha un aspetto poco curato, ma sempre solido e deciso.

Una voce dal timbro femminile, profonda e leggermente roca.

Ha anche un tatuaggio sull'intero avambraccio destro. Una scritta che dice: "Serenity Valley 2511"



Cicatrici
  • Una cicatrice alla coscia destra, dove la pelle si piega e si raggruma (bg)
  • Una cicatrice sulla tempia destra, coperta dai capelli, di un taglio (bg)
  • Cicatrici di due proiettili perforanti alla spalla sinistra.
  • Quattro cicatrici al fianco sinistro: una vecchia, di proiettile perforante, una di proiettile standard, anch'essa vecchia, e due più recenti, di proiettili perforanti. 
  • Una cicatrice di una ferita grave al petto, altezza polmone destro, di una pistola grande calibro (una Red Hawk).
  • Un'ulteriore cicatrice da arma da fuoco alla spalla sinistra, più recente, abilmente ricucita e per questo non eccessivamente visibile.
  • Due cicatrici di proiettile perforanti: la prima in corrispondenza della spalla destra, la seconda sul braccio destro, poco sopra il gomito.


DESCRIZIONE CARATTERIALE

Lord have mercy on my rough and rowdy ways


Il Capitano Cassidy direbbe di lei che ha il diavolo nel petto, ma Jack Rooster non è sempre stata così. Dovesse parlare di se stessa in totale onestà, neanche lei sarebbe capace di definire con esattezza cos'è che la motivi in modo così solido, o anche solo perché combatte ed esattamente in cosa crede davvero.
Jack Rooster è severa. E' uno dei primi elementi che emerge in una personalità piuttosto granitica, stoica. E' severa con se stessa, caricandosi di tutte le responsabilità che competono il suo ruolo (e qualcuna di più), ed è severa con il prossimo, a cui non è capace di scontare alcun peccato di condotta o di sentimenti. La tendenza ad accettare poche vie di mezzo si manifesta in una testardaggine notevole, difficile da scalfire, simile a quella di un toro che procede a testa bassa contro il drappo rosso. E' molto orgogliosa, e venire a patti con se stessa è una delle operazioni più psicologicamente faticose che le capita di compiere. 
E' stata cresciuta con moralità conservatrice (ma tutto sommato neanche troppo) e un alto senso di giustizia, ma la guerra l'ha portata, e la porta ogni giorno, a dover fare i conti con una rabbia soverchiante e un desiderio di rivalsa in nome del quale è disposta, suo malgrado, a compiere azioni efferate contro nemici dichiarati e presunti. Le trincee le hanno lasciato in eredità una grande pazienza, mentre ha sempre avuto in sé la spinta al sacrificio. Prova sempre a mantenere la parola data con tutti i mezzi possibili, e quando non ci riesce dorme con i sensi di colpa.
Uno dei suoi tratti più marcatamente positivi e il forte senso di appartenenza ai destini del Rim e della sua gente, e soprattutto l'onesto affetto e l'assoluta fiducia che nutre per i membri del suo equipaggio più stretti, e le uniche sorti capaci veramente di destabilizzarla sono le loro. Proprio in virtù di ciò, guarda condiffidenza e marcata ostilità a qualsiasi cosa che sia "altra" dal suo gruppo e la gente che la pensa come lei. Jack Rooster odia così tante categorie di persone che ci si potrebbe chiedere se non stia cercando di proiettare altrove sentimenti che altrimenti la mangerebbero da dentro. 
E' protestante battista, conosce le scritture e ha una fede traballante. Le piace andare in chiesa, comunque, e ogni volta che ci riesce trascina qualcuno dell'equipaggio con sé. 
Nel complesso, è una persona profondamente combattuta. Sui motivi perché faccia la guerra ognuno si è fatto la sua opinione: per vendetta, per giustizia, persenso del dovere, per speranza illogica, per amore, per odio, perché non può farne a meno o perché non potrebbe più fare nient'altro. I pareri sono vari, ma il punto fermo è uno, e l'unico che conta: non si fermerà finché non sarà finita.



CAPACITA'



Sa cavalcare bene ed è brava con le armi da fuoco. Sa accendere il fuoco con due rami secchi, sa far coraggio alla gente e sa tenere il polso della situazione, nonché le redini del comando. Le piacciono gli animali, pure quelli che mangia, e sa quasi tutto su cani e cavalli, nonché molto sugli altri animali tipicamente da fattoria (polli e galline compresi). Sa soffiare dentro un'armonica e conosce a memoria decine e decine di ballate e racconti. Non sa mangiare da sola: trova fondamentale che la famiglia, l'equipaggio o il gruppo in cui si trova si riunisca per almeno un pasto al giorno.
Parla inglese, impreca in mandarino (capendolo molto bene, parlandolo mediocramente e scrivendolo in maniera pessima) e ha un forte accento della sua terra che sembra logoro, con le vocali che si incupiscono e le gutturali trascinate.
Ha un polso veloce, il grilletto facile, una pelle incredibilmente dura e unocchio particolare per i punti deboli delle persone.
Forse nessuno lo direbbe, ma le piace molto leggere e lo fa ogni volta che può. Non ha mai sviluppato un senso critico accademico, ma sua madre - un'insegnante - le ha insegnato come gli uomini possono essere liberi attraverso l'immaginazione. Il suo romanzo preferito è "La Balena", ma ne ha letti parecchi in vita sua, e continua a farlo quelle rare volte che ha tempo.


Una manciata di oggetti che custodisce con cura:
  • una targhetta militare sempre al collo.
  • un anello di fidanzamento.
  • un proiettile della stessa pistola che le ha bucato un polmone.
  • una vecchia copia del libro "La Balena".
  • un angelo di legno grande non più di una mano.


La sua cabina sulla Almost Home - click


STORIA



Nasce nell'ottantadue a Sweet Waters, seconda figlia di Susan Rooster e seconda nipote di Sam Rooster, che nulla può fare per evitare che venga chiamata Jack.
Madrida è al di là della Viuda Valley. I suoi giovani vanno a farsi il bagno al Toledo e lavorano negli sterminati campi di grano a sud. Quando Susan non fa loro la scuola, scendono lungo i pendii morbidi della valle e si nascondono nell'erba alta, sfidandosi a chi riesce ad avvicinarsi di più ai cavalli selvaggi senza farli correre via. A quattordici anni, iniziano a prenderli al lazo sprezzanti della durezza degli zoccoli che provano a calpestarli.
Jack cresce con suo fratello, che è di sei anni più grande. Fa tutto quello che fa lui, percependo l'essere donna come un limite fastidioso che le impedisce di realizzare le sue più sincere aspirazioni. A undici anni si taglia i capelli e inizia a vestire con gli abiti vecchi di Cain. A sedici convince suo zio a impiegarla nell'attività di famiglia: lo spostamento di mandrie. Diventa presto brava e, due anni dopo, quando lo zio si ritira alla ricerca di attività meno faticose, convince il fratello e un drappello di amici fidati a trasferirsi oltre il Toledo, nella grande Mexican, da cui iniziano ad aggiudicarsi le commissioni dei ranch più grandi e più importanti di Sweet Waters. Jack è ambiziosa, lavora sodo, si ingegna. Il merito del successo finisce però sempre addosso a Cain, che dal canto suo non fa niente per attirarselo: sembra semplicemente normale che il più vecchio e il più uomo della compagnia ne sia anche il leader. 
In un modo o in un altro, comunque, i Rooster e i Barclay, con tutto il seguito che si costruiscono nel frattempo, iniziano a farsi un buon nome. Sembrerebbero lanciati verso il successo, verso Est, se non accadesse l'irrimediabile: Cain si innamora, si sposa, trova un lavoro più semplice che gli permetta di prendersi cura della futura prole e si ritrasferisce a Madrida. Jack prova a tenere le redini della situazione, ma la compagnia si sfalda poco dopo: nessuno è disposto a prendere gli ordini da una donna.
Torna a Madrida anche lei, e le sembra che la sua avventura debba finire lì: prospetta un matrimonio, qualche figlio, una casa, un impiego noioso o una vita da casalinga. E' in questo contesto che, in cuor proprio, ringrazia Dio di aver mandato la guerra.
Si arruola subito, prima che qualcuno possa dissuaderla dal farlo. Cain, terrorizzato dall'idea di non vederla tornare, si arruola anche lui lasciandosi dietro una moglie e un figlio piccolo. Susan bacia sulla fronte entrambi i suoi figli, chiedendo loro di promettere di prendersi cura l'uno dell'altro. Loro promettono.
La guerra è un inferno. Nonostante ciò, lo spirito e la forza d'animo dei due fratelli Rooster diventano proverbiali. Insieme combattono nel deserto gelido di Spartaca, su Boros, su Hera. Jack vede miniere e fabbriche, pagode e grandi palazzi che non aveva mai immaginato prima di quel momento. Gli occhi le si riempiono, e così il petto e l'orgoglio per ciò che sta difendendo.
Suo fratello muore a Serenity Valley. Il giorno che si sveglia con il suo corpo addosso divorato dalle mosche, è una persona profondamente cambiata. Il suo mondo si rovescia in ventiquattro ore, e dover cercare un trasporto per la salma di Cain Rooster è solo la prima tessera di un domino che le si spiega davanti in caduta consequenziale: a Shadetrack trova un pianeta distrutto e due croci di legno piantate saldamente sulle tombe dei suoi unici familiari rimasti. Moglie e figlio di suo fratello sono fuggiti, persi in un 'Verse immenso; i suoi amici sono morti o svuotati, e lei non è da meno. Sweet Waters le spezza il cuore, e lei decide che non esiste più alcun motivo per rimanere.
Si imbarca sulla Lucky Bastard, un vecchio firefly capitanato da John Cassidy. Cassidy le dà una mezza famiglia in un momento in cui non è ancora pronta a sostituire la sua. Dopo due anni di contrabbando e trasporti al limite del legale nel rim, il suo pessimo carattere e la tendenza a sfogare la rabbia in maniera violenta le guadagnano un addio collerico e frettoloso. Cacciata dalla Lucky Bastard, le giunge voce di un certo Buck Blackbourne gestore di un ranch su Greenfield, Buffalo County. Buck le ricorda un po' chi è, e lo fa giusto in tempo: poche settimane dopo l'Esercito Indipendentista la rintraccia, la riscuote, le assegna un raptor e la incarica di costituire una cellula militare al servizio della Resistenza.
Non lo ammetterà mai, ma non ha bisogno di rifletterci neanche un momento: accetta l'incarico e si rimette in moto.
In guerra.  

my own kind of farewell, part V: Volkov



22:18 Jack [almost home, plancia]   « ha fatto chiamare Ivan in plancia, che è dove si trova lei al momento, sola. Seduta al posto del primo pilota, in posizione comoda e con i muscoli rilassati, guarda sovrappensiero la console di pilotaggio. Indossa un paio di scarponi infangati, pantaloni di tela e una camicia a scacchi verde scuro e rossi con le maniche rimboccate, larga, lasciata ricadere sui fianchi (normalmente se la sarebbe infilata ordinatamente nei pantaloni). Capelli raccolti, le solite pistole che le premono contro il costato. Con il pollice accarezza sovrappensiero una croce d'oro che ha al collo. »

22:21 Ivan [almost home, plancia]  « Dopo la fine del turno, ha avuto modo di cambiarsi gli abiti fradici d'acqua e sporchi di fango e di rimettere addosso un paio di calzoni color terra ma puliti ad asciutti. La maglia a maniche corte è nera, che mette in evidenza un fisico sempre prestante ma poco più magro a causa delle razioni di cibo diminuite: nulla che salti davvero agli occhi. Il cinturone alla vita tiene infoderate la python ed il coltello, nonchè il pad; infine un paio di anfibi neri liberati dalle due dita abbondanti di terra accumulatasi sotto le suole. I capelli sono ogni sera rasati a livello, corti, così come la barba è praticamente tagliata a pelle a differenza dei baffi che invece spiccano (e sempre molto corti) sopra le labbra. Una volta raggiunta la plancia, batte il pugno destro sulla porta e accompagnandolo con un » Mi cercavi, Ammiraglio? « tono di voce profondo e scuro della voce, in un rimmer non troppo differente da quello di Bullfinch [Linguistica]. »

22:27 Jack [almost home, plancia]   « la voce scura di Ivan la riscuote dai suoi pensieri. Stacca il busto dallo schienale e infila di nuovo sotto i vestiti la croce d'oro, andando poi ad alzarsi in piedi, il peso del corpo immediatamente spostato sulla gamba sinistra. » Volkov. « lo chiama, la voce calma ha perso quel timbro roco che le donava il fumo. Si volta del tutto, sfilandosi dalla console di pilotaggio. » ay, dobbiamo parlare. « conferma. Mantiene un tono serio ma placido, seppur mai offuscato. Ora in piedi, a diversi metri da Ivan, si prende un secondo per scrutarlo con maggiore attenzione. » del passaggio di comando della terza aviotrasportata.

22:31 Ivan [almost home, plancia]   « Riporta il braccio destro lungo il fianco mentre avanza di pochi altri passi per entrare nella plancia che osserva distrattamente e senza troppa attenzione. Sono soli. Braccia sollevate di poche dita e così da essere poggiate sul cinturone a riposo. » A disposizione. « Ribatte sulle prime abbassando lo sguardo su Jack. Nonostante sia in una posizione di riposo la postura marziale di schiena dritta e spalle in linea è una prerogativa immancabile del korolevian. Si avvicina di qualche altro passo per ridurre le distanze. » Un cambio di vertice? « Solleva un sopracciglio evidentemente sorpreso. » Dove ti spediscono, Rooster? Saint Andrew?

22:37 Jack [almost home, plancia]   « lei rimane ferma, in piedi. C'è qualcosa di militare anche nella sua postura - nelle spalle e nella schiena dritta, e nel modo in cui tiene il mento leggermente alto -, ma è qualcosa di molto più blando rispetto al rigore di Ivan. Guarda l'uomo in volto, fa scorrere le mani al proprio cinturone e vi aggancia i pollici. »Columba. Ma non mi spediscono. Sono io che sto andando. « spiega con calma, asciugando il tono di voce di qualsiasi incertezza. » tra pochi mesi non sarò più... « assottiglia lo sguardo, cerca il giusto termine » in grado « inspira dalle narici » di combattere. « scrolla un'unica volta le spalle, in un movimento un po' brusco » ho parlato con il comando, ho suggerito quelli che mi sembravano più adatti a prendere il mio posto. E loro hanno messo la parola finale su di te.

22:41 Ivan [almost home, plancia]   « Lo sguardo severo resta su Jack; le braccia lasciano i fianchi e si portano davanti al petto, incrociandosi tra loro; le dita ruvide e graffiate della destra picchiettano sul bicipite sinistro due o tre volte di seguito. Non fiata, ascoltando in rigoroso silenzio tutte le parole della donna. La squadra dalla testa ai piedi per qualche secondo; poi si sofferma sul ventre di lei. Annuisce appena; inspira a fondo. » Shadetrack? « Azzarda abbassando la voce in quella particolare domanda. ma non si dilunga eccessivamente in spiegazioni, nè la sua espressione empaticamente poco espressiva fa una piega sul concludersi del discorso. » Mi stai dicendo che l'Alto COmando mi sta promuovendo al grado di Ammiraglio? « Il picchiettare delle dita ha un totale arresto. »

22:46 Jack [almost home, plancia]   « il rigonfiamento del ventre, sotto la camicia lenta, è impercettibile - ma Ivan non dovrebbe aver problemi a fare le sue deduzioni. Tanto più che china appena il capo in un cenno di conferma quando lui pronuncia il nome del suo pianeta natale. E' un sì non pronunciato, che le resta incastrato all'angolo delle labbra, piegate per un istante in quello che potrebbe apparire come un accenno di sorriso terribilmente fugace. Inspira a fondo, di nuovo. » ti sto dicendo che io ti sto promuovendo capitano. « spiega, e il peso del corpo oscilla verso la gamba sinistra in maniera quasi invisibile. » e che, in mia assenza, sarai su questa nave e sulla Renshaw il più alto in grado. « assottiglia appena lo sguardo. » ti sto passando il comando, Volkov. Se lo vorrai.


22:53 Ivan [almost home, plancia]   « E' sempre la mano ed il braccio destro a muoversi: la mano raggiunge il mento mentre indice e pollice si distendono sui due bordi delle labbra massaggiando i due terminali della pelle dove i baffi scompaiono. » Capitano. « Il movimento della mano sul mento dura qualche secondo. Un respiro profondo. » Se questa è la vostra decisione finale, accetto. « Annuendo e riportando ambedue le braccia sui fianchi. » Accetto di buon grado. « Precisa senza il minimo tentennamento o indecisione. »

22:59 Jack [almost home, plancia]   « aspetta le parole di Ivan, e quando è sicura di sentire fermezza nel suo tono annuisce e tira indietro le spalle. » bene. « qualche secondo di silenzio, ma rimane fondamentalmente ferma al suo posto. » ho già fatto preparare un documento che contenga tutte le informazioni riservate che avrai bisogno di conoscere, con il tuo nuovo grado. Ti sarà richiesto di avere l'abilità di coltivare rapporti con alleati importanti, alcuni dei quali hanno sempre trattato esclusivamente con me. « con le mani ancora appese al cinturone, fa qualche passo di lato, iniziando a percorrere una mezza circonferenza che ha come centro la posizione di Ivan. » io metterò il mio nome per garantire il tuo, Volkov: non rovinarmelo.

23:04 Ivan [almost home, plancia]   « E dai fianchi, sposta le braccia dietro la schiena, afferrando il polso sinistro colla mano destra. In quei pochi secondi di silenzio iniziale ripassa a mente i vari gradi raggiunti da quando porta il browncoat; prima comandante ed ora, con la nuova guerra, capitano. Deglutisce. » Right. « Il capo, sollevatosi di pochi gradi, torna a puntarsi con lo sguardo su quello di Jack. » Jack Rooster: non avresti potuto affidare il comando dei tuoi uomini nelle mani di soldato migliore. « Ribatte con ben poca umiltà. » Ho la certezza che non rovinerò il nome dell'Ammiraglio Rooster; al più, migliorarlo. « Non si muove col busto se non di poco, ruotandolo e seguendo con lo sguardo la donna. » Nove mesi passano in fretta, Jack. « Aggiunge infine; affermazione atta evidentemente a raccogliere una qualche replica. »

23:09 Jack [almost home, plancia]   « cammina lentamente, guardando per terra, senza avere una meta precisa. L'enunciazione poco modesta di Ivan la porta a fermarsi, ruotare il capo per tornare a guardarlo in volto. Nove mesi passano in fretta. Azzarda un quarto di sorriso che sembra stanco, tutto arrampicato a un lato dalla bocca, ma che allo stesso tempo sembra comunicare una calma e una pace difficile da trovare addosso a qualcuno in tempo di guerra. » è così. Ma non tornerò a Polaris, a combattere. A casa mia c'è bisogno di qualcuno che abbia i mezzi per ricostruire... e poco meno di dieci anni di guerra mi hanno dato tutti i mezzi di cui ho bisogno. « lo spiega con una sicurezza granitica, inscalfibile e, similmente ad Ivan, anche lei va a giungere le mani dietro la schiena. » parliamo dell'equipaggio.


23:14 Ivan [almost home, plancia]   « Ascolta. Resta in silenzio. Attende che nuovamente cali il silenzio in quella piccola plancia mercantile riabilitata a nave leggera da guerra. » Clean. « Chiaro, "pulito". Limpido. le braccia restano dietro la schiena,ma il bustoe e le gambe ruotano per avere Jack sempre di fronte a sè. » L'equipaggio. « Estrae dalla tasca un pacchetto di sigarette dal quale ne prende una ma che sistema semplicemente tra le labbra, senza nessuna intenzione di accendersela. Infatti una volta che le mani tornano di nuovo libere, la black mamba sintetica ed economica la sposta dietro l'orecchio sinistro. »

23:21 Jack [almost home, plancia]   l'equipaggio. « ripete, seguendo con gli occhi il percorso della Black Mamba dal pacchetto alle labbra di Ivan, fino ad arrivare dietro il suo orecchio. » è gente fedele. Ognuno di loro. Ma devi sapere cosa puoi chiedere ad ognuno di loro. « si passa la lingua sul labbro inferiore, appena sovrappensiero, spostando poi gli occhi sullo sguardo bruno dell'uomo. » Schmidt ha pochi scrupoli: quando vedi il tuo pianeta crollare com'è crollato Hera... non perdi più tempo a pensare cosa fa la differenza tra giusto e sbagliato, ma solo ciò che cambia dalla vittoria alla sconfitta. « scioglie le mani da dietro il busto, solleva la destra e fa a massaggiarsi la parte inferiore del volto, riflessiva. » Celsire è un meccanico e un informatico di primo livello. Ha pietà di tutti, si fida di tutti. E' una cosa che prima d'ora l'ha messa in pericolo.


23:27 Ivan [almost home, plancia]   « La sigaretta viene sistemata in maniera tale che si regga da sola dietro l'orecchio così che possa rimettere le mani dietro la schiena. » Mi confermi l'impressione che ho avuto anche io di Schimdt: un ottimo soldato. « Riassume in quel modo la spiegazione di Jack. » Celsire. « Annuisce appena. » E' troppo buona. « Una breve pausa. » Ed in che modo si è trovata nei guai col suo modo di essere? « Si schiarisce la voce. Le lascia rispondere prima di continuare. » Shepherd è giovane: ed ha quindi tutte le qualità per migliorare. Con gli altri ho avuto poche occasioni per approfondire. « lasciando di nuovo la parola a Jack. »

23:34 Jack [almost home, plancia]   « parla con calma, e anche nei silenzi si prende il suo tempo. Cerca le parole giuste per dare ad Ivan un quadro completo di ogni membro dell'equipaggio più stretto. Anche l'accento di Shadetrack, pieno di troncamenti e vocali chiuse, è in quel momento mitigato in favore di una maggiore chiarezza, comprensibilità. » è ricercata fuori dalla confederazione. Lo era anche prima della... confederazione. A Safeport i cacciatori di taglie non mancano. « il nome di John appare, e qualcosa balugina nel suo sguardo. Riporta gli occhi su Ivan, in un lampo di percettibile severità. »John. « inspira. » è un ottimo cecchino. Ed è un ragazzo che deve imparare ad essere un brav'uomo prima di un buon soldato. Permettiglielo. « una breve pausa, per poi continuare. » Cortes ti dirà sempre tutto ciò che ha in testa. Ha la pelle dura, ed è un'ottima combattente. Il ragazzo... Philip Windson. "Windson" su Boros è il nome che danno ai bastardi, non gli piace sentirlo.« incredibile a dirsi, ma è un elemento che ha registrato di Philip (ci sarebbe da chiedersi perché abbia continuato a chiamarlo Windson nonostante tutto). Fa un altro paio di passi, tornano verso la plancia. » Edwards è uno dei migliori piloti che vedrai nell'esercito. E' nata e cresciuta a Bullfinch, i suoi genitori vivono qui. Farebbe qualsiasi cosa per liberare casa sua.


23:41 Ivan [almost home, plancia]   « Allenta la presa dal polso, distende le braccia pungo i fianchi ed afferra la parte alta della fibbia del cinturone consumato e sfilacciato dai giorni di trincea. » E immagino che ai cacciatori di tagli alleati non interessi che ci sia una confederazione. « Inspira. » Finiranno sotto la Tower. « Aggiunge senza particolare enfasi. Una conclusione doverosa. » Per quel che riguarda Shepherd a me personalmente non interessa cosa vorrà fare da grande. E' un ragazzo abbastanza grande per decidere da solo. Il browncoat è solamente un'opportunità che ha, come l'hai avuta tu e come l'ho avuta io. E tirando le somme, Rooster, non è la guerra che determina un uomo o « Guarda di nuovo Jack dalla testa ai piedi. » una donna. « Si schiarisce la voce. Tace e sente diMoloko, Philip ed Eivor. Annuisce ancora. » E per quanto riguarda le due nuove reclute?

23:48 Jack [almost home, plancia]   « scuote leggermente il capo, non sembra convinta dalle parole di Ivan. » non conosce altro, Volkov. Farà tutto ciò che gli ordini. E' tuo compito fargli fare la cosa giusta. « solleva le braccia, finendo col poggiarsi le mani sui fianchi in una posizione risoluta. » non conosco nessuno dei due. Dovrai inquadrarli. C'è anche... « assottiglia lo sguardo. » Renee Bolivar. E' stato assegnato a un altro quadrante, ma credo tornerà in questa Array. E'... « serra le labbra, il peso di nuovo oscilla sulla gamba sinistra. Deglutisce. Quando riapre bocca, lo fa mantenendo un tono asciutto. » è un uomo giusto. E' anche impulsivo, e non ragiona prima di agire. E il padre di mio figlio. « non dice altro a riguardo, ma nel modo in cui punta gli occhi in quelli di Ivan si legge chiaramente una raccomandazione, la richiesta di un impegno. » sono persone che-- mh. « scuote appena il capo. » non provare a cambiarli. Funzionano tutti, esattamente così. E ti seguiranno all'inferno. Ma tu... « indugia, e il tono diventa appena più caldo, più confidenziale. » non farceli arrivare. Please.

23:57 Ivan [almost home, plancia]   « Le parole di Jack trovano davanti un muro di freddezza e di statica mancanza di empatia. Un soldato inquadrato e rigido: probabilmente l'archetipo del korolevita dell'immaginario di molti uomini e donne. » Voglio che sia chiara una cosa, Rooster. Tu stai nominando un Capitano, non un padre di famiglia. Io ho l'obbligo ed il dovere di vincere. « Una breve pausa, senza mai lasciare lo sguardo da quello di Jack. » Con il minor numero di vittime possibili. Nel "vincere" è contemplato anche il non perdere gli uomini. Perciò quando mi chiedi di non farli morire, io ti rispondo che farò tutto quello che mi è possibile per evitare che qualuno di loro prenda più proiettili di quelli che possano tollerare. Anche a costo della mia stessa vita. « Altra breve pausa. » Ma se mi chiedi di badare ad ognuno di loro, ti rispondo che non è un mio obbligo. Nè mi interessa. Sono tutti uomini con almeno quattro anni più dell'età minima per imbracciare un fucile secondo le usanze della maggior parte dei pianeti del 'Verse. « la sigaretta viene ripresa con la sinistra. » Io sono stato addestrato ad essere un soldato. Ho fatto il soldato per ventisei anni. Non ho mai minimamente pensato di mettere sù famiglia nè ho intenzione di iniziare ora. « E sempre con la mano sinistra si gratta la fronte. » Questo è ciò che cambierà durante la tua assenza, Rooster. « Schietto e coinciso. »

00:10 Jack [almost home, plancia]   « lo sguardo si compatta in una severità diretta. Non sembra sorpresa delle parole di Ivan, ma in qualche modo ciò che dice sembra impettirla in maniera appena percettibile, e gettarle acciaio lungo la spina dorsale. Non lo interrompe, intervenendo soltanto alla fine delle sue parole. » è tuo obbligo non mandarli a morire, Volkov. Guardami e dimmi che non hai dubbi sull'esito di questa guerra. « rimane ferma, il corpo adesso interamente voltato verso Ivan. » se non la vinceremo, non sarai più il capitano Volkov del terzo schieramento aviotrasportato. Vivrai spalla a spalla con un manipolo di persone che dovranno pensare che vale la pena seguirti. Per te non sarà facile. « non c'è astio nel tono, ma un'onestà diretta e un po' grezza, tipica di tanti soldati arruolatisi nei mondi agricoli del rim. » perché sei un comandante negro in un esercito di bianchi. « la calma con cui pronuncia quelle parole fa ben intuire come non le passi neanche per la testa che "negro"potrebbe essere considerato un termine offensivo. » proprio come io ero una donna in un esercito di uomini. « fa uno, due passi avanti, portandosi a poco più di un metro di distanza da Ivan. Gli tende la mano destra, alla ricerca di una stretta. » come li terrai insieme sotto i tuoi ordini... lo potrai decidere solo tu.


00:18 Ivan [almost home, plancia]  E' da Serenity Valley che non do più per scontato l'esito di una guerra. ma tant'è...« Indicando la propria persona. » sono ancora qui. « Distende la mano destra, trovando la stretta di Jack che ricambia con ferrea convinzione; la stessa che si può vedere sul suo viso e in quell'accenno di sorriso. » Essere negro è un fattore di mimetismo da non sottovalutare, Jack Rooster. « Un accenno di ironia ed un sorriso altrettanto accennato. » Troverò un modo. Puoi starne certa. « La stretta che non vien meno; non prima di aver concluso. » E' stato un onore combattere con te, Ammiraglio. Nell'altra ed in questa. « E solo infine, dopo quella frase sincera e sentita, lascerebbe la presa. »

00:24 Jack [almost home, plancia]   « la sua presa è ugualmente salda, solida. Ruvida in un modo che va aldilà della pelle seccata e spaccata dal freddo e le nocche sbucciate. Quell'accenno d'ironia le disegna all'angolo degli occhi un sorriso altrettanto ironico, che non raggiunge però le labbra. » l'onore è stato mio. « inspira a fondo dalle narici, riempiendosi del coraggio che le ci vuole per staccarsi dalla mano di Ivan: è esattamente quello il punto in cui non può più cambiare idea, tornare indietro sui propri passi. Nel momento esatto in cui lascia la mano di Ivan, tutta la tensione le percorre la schiena fino a scaricarsi a terra. Non dice nient'altro, forse suppone che qualsiasi altra parola sarebbe superflua. Fa qualche passo di lato. Si volta, dirige verso il portellone di plancia. Solo lì, sull'uscio, tentenna qualche istante, sfiorando con le dita la paratia metallica della Almost Home in maniera quasi affettuosa. »


00:29 Ivan [almost home, plancia]  « Alle parole della donna, alla presa che viene meno, indietreggia di un passo lasciando lo sguardo su Jack per qualche altro secondo. Un semplice cenno del capo, prima di darle le spalle e allontanarsi dall'ingresso della plancia non per uscirne ma per avvicinarsi alla paratia della plancia stessa che permette di guardare fuori uno scenario appannato dalla pioggia e reso sterile da carestia e da guerra. la sigaretta viene accompagnata alle labbra per accendersela (ora che ha portato adeguata distanza da Jack); fumarla in silenzio mentre nel mentre prendere dei minuti, da solo, per riordinare le idee come tessere di un puzzle. »/end

00:32 Jack [almost home, plancia]   « dà ormai le spalle ad Ivan. A cavallo del portellone, per un istante sembra avere difficoltà a lasciar andare la fredda paratia. Chiude gli occhi per un istante, mormora qualcosa a fior di labbra di pressoché indubile. Solo dopo quelle parole riapre gli occhi, preme la mano sul metallo per spingersi oltre la plancia. Metallo che abbandona un attimo dopo, con il passo saldo e impetuoso di chi vuole scongiurare qualsiasi possibilità di ripensamento. » (end)