martedì 28 maggio 2013

my own kind of forgiveness




"Mi dispiace".

Lo sussurra piano, al buio. Intreccia i piedi con i suoi come quando era bambina e ne riscopre le mani ruvide. Ne conta le dita e le preme sulle sue, in cerca di corrispondenze. Sono calde, solide come quelle di una quercia. Tiene gli occhi aperti, ma non riesce a vederne il volto. Sa che è ancora viva, però: il respiro leggero si ritma sul sonno. Respira anche lei pianissimo, nel timore di svegliarla. Senza voce, raccoglie sulle labbra i nodi luminosi di un pensiero disordinato, che si piega e si rigira su se stesso.

Ho molte colpe. Ho perso la guerra, innanzi tutto. Ho promesso che avrei difeso tutti voi, e non sono riuscita neanche a difendere me stessa. Ti ho tradito ogni volta che ho bestemmiato invece di pregare, e ti ho ucciso ogni volta che ho preferito vendicare i morti piuttosto che proteggere i vivi. L'ho fatto molte volte.

Il corpo le si chiude, la guancia scivola su lenzuola di lino bianco. Il profumo che avevano quando erano ancora umide e le portavano nei cesti dal lavatoio fino a casa, stendendole sul retro. Il vento le faceva gonfiare come vele sugli alberi maestri, e loro le usavano per nascondersi e rincorrersi. Toccarle con le mani era proibito. Allora le sfiorava con la fronte, mentre nessuno guardava, e trovava così sollievo dal caldo.

Ma non la prima. La prima ti hanno ucciso loro, e per sempre. Quando tornai, Chris mi strinse le braccia fino a farmi male e mi disse che non avrei potuto farci nulla neanche se ci fossi stata. Se avessi una figlia, vorrei che fosse lei a raccogliere le mie ultime parole, a chiudermi gli occhi. Vorrei che fosse la prima a gettare un pugno di terra sulla mia tomba e l'ultima a lasciarla dopo il funerale. Vorrei che scegliesse lei l'abito con cui verrò sepolta.

Venticinque anni prima, mani solide l'avevano costretta nel vestito della Domenica. Mentre si faceva annodare i capelli neri in una treccia, Jack raccontò di come la madre dei Barclay aveva conosciuto suo marito, l'amore della sua vita, e le chiese perché lei non avesse mai trovato il suo.

Vorrei dirti che lo faccio per qualcuno, che vedo il senso di ogni cosa. Che tutto si allinea e si compone nelle miglia che devo ancora percorrere. Vorrei dirti che lo faccio perché è giusto e non per il rispetto di John, per i miei doveri militari da ammiraglio, per le promesse che non smetto mai di fare, anche quando so di non poter mantenerle. Non c'è niente di giusto nell'uccidere altre persone. Me lo ricordo, nonostante tutto. Mi ricordo di quando mi pizzicavi le braccia perché ascoltassi il pastore che a messa parlava di perdono.

Ma parlava anche di guerra. L'ultima messa l'avevano sentita insieme; il pastore aveva indicato tutti i giovani pronti a partire, pregando per la loro vittoria e la loro salute. Jack aveva alzato lo sguardo mentre tutti mormoravano benedizioni col capo chino. Aveva cercato il viso amico di Chris dall'altra parte delle panche, dove sedevano gli uomini. Si scambiavano promesse con gli occhi, sicuri di essere destinati a rimanere eternamente giovani.

Ti ho vista l'ultima volta quasi dieci anni fa, ed è ancora difficile pensare alla mia vita di cui tu non sai niente. Questi sconosciuti che sono tutti la mia vita. Ti piacerebbe il modo in cui Sam china il capo a tavola prima di iniziare a cenare e l'ostinazione incosciente di Sun a fidarsi del prossimo anche quando le punta una pistola carica in mezzo agli occhi. A Sterling toglieresti il whisky tutti i giorni, a Edwards legheresti i capelli. Wright, lui no. Un uomo deve mettere da parte l'orgoglio e stare con la sua famiglia, diresti così. Un uomo deve proteggerla. Ma sono una famiglia anche loro, anche loro meritano protezione.

Un giorno cadde per terra. Tese le mani verso l'alto, ma lei non si piegò per raccoglierla. Invece fece un passo indietro e si chinò sulle caviglie, lisciandosi sulle ginocchia la gonna profumata di paglia. E mentre piangeva, lei sollevò un dito per richiamarne l'attenzione. "Un respiro profondo..." le disse, e ne accompagnò i polmoni. "E ci si rialza". Si rialzò da sola.

Non merito perdono anche io, allora, per ciò che ho fatto e ciò che sto per fare? Per aver promesso di tornare con lui ed essere tornata da sola, quando era troppo tardi? Per aver perso, per aver scelto di vivere questa follia per il resto della mia vita. Per la debolezza, quando ho visto Sweet Waters distrutta e ho preferito abbandonarla invece di accoglierla così com'era, come lei aveva accolto me per più di vent'anni? Per ogni bugia che ho detto, per ogni persona che ho allontanato, per essere sopravvissuta alla guerra che ha ucciso tutti. Perché non tutti sono miei fratelli e mie sorelle, come dice ogni volta Andrè. Andrè, di lui che avresti pensato? Un ladro di cavalli, figlio di ladri di cavalli. Siamo un vetro in pezzi, e non sono io la persona in grado di tenerli insieme.

Si stupì di non trovare fiori sulla sua tomba. Lo disse a voce alta e Chris le rispose che non c'era più terra buona perché vi crescessero i fiori. I pochi lotti sopravvissuti al diserbante erano sfruttati per la coltivazione intensiva di grano, perlopiù. Lei stessa aveva le mani vuote. Non possedeva più niente, non diceva più niente. Non si sforzò neanche di pregare. Lasciò la tomba di sua madre spoglia e muta.

Non mi illudo di star compiendo giustizia, no. La Giustizia è solo quella della fine, ed è di Dio, non degli uomini. Non ti dirò neanche che è bene. E' un pareggiamento dei conti, tutto qui. Incompleto, ingiusto, ma necessario. L'unico perdono che voglio è il tuo, perché di nuovo sto agendo per i morti più che per i vivi. Perdonami oggi per ieri e per domani. Per le volte che ti ho ucciso e le persone che ucciderò. Perché ho perso Cain alla fine. L'ho perso oggi, quattro anni fa.

Chiude le mani per stringere le sue e farla svegliare, ma afferra solo il vuoto. Apre gli occhi all'improvviso, nella penombra del dormitorio vede solo altri letti vuoti. Eir è ancora sveglia, difficilmente dormirà. La gamba le fa male. Manda giù tre pasticche. Una per ogni augurio, per ogni ora di sonno senza sogni.


Alla fine solo tre cose rimangono: fede, speranza e amore. Ma l'amore è la più grande di tutte.




lunedì 20 maggio 2013

my own kind of portrait

[ Durante i preparativi per il matrimonio, Cecilia si annoia, essendo un po' trascurata (la madre è la star del momento, e la cosa pare non andarle proprio a genio). Quindi si è messa a disegnare. Ad un certo punto porterà questa grande opera d'arte a Jack: ]



martedì 14 maggio 2013

my own kind of will


E' un pod di salvataggio immerso nel buio. Lei rigira tra le dita la targhetta militare, e ogni tanto la sfiora con le labbra. Mancano sei ore, poi l'ossigeno terminerà. Fissa la targhetta tra le mani che stringe forte. Lo spazio è buio e profondo, e il pod di salvataggio continua a mandare il costante e vano segnale di soccorso. Si tampona la tempia con la manica della camicia: il sangue si è fermato quasi del tutto. Guarda gli indicatori. Chiude gli occhi e respira più a fondo, pentendosene un attimo dopo. 

Mancano tre ore. Lei scuote il capo e attiva il sistema di registrazione vocale interno. Un upgrade dei pod di salvataggio più performanti. In gergo lo chiamano il testamento, perché sono le ultime cose che una persona pronuncia prima di morire soffocata. Avvia la registrazione, lascia il suo testamento mentre è ancora in grado di discernere ciò che può dire o meno, nel caso in cui fossero gli alleati a recuperare il pod. Finita la registrazione, pochi minuti dopo, aspetta.

Mancano cinquantadue minuti, inizia a sentirsi la testa pesante. L'orizzonte è buio e vuoto. Tira fuori dalla fondina ascellare uno dei due revolver, controlla i colpi. Pensa che non morirà soffocata come un animale stretto alla gola. Non è una morte dignitosa. Sarà lei a farlo, quando sarà il momento. 

Mancano ventuno minuti. Ha sonno, riesce a stento a tenere gli occhi aperti. Le scivola la pistola dalle mani. L'ultimo pensiero compiuto che le attraversa la mente è che avrebbe dovuto lasciarsi esplodere con la nave, andare a fondo con lei. Una morte rapida, nucleare. La gelida dignità di non lasciarsi dietro un corpo sconfitto in una posa scomposta e indecente. Si addormenta senza volerlo. 

* * *

"Sono il capitano Jack Rooster, sesto reggimento dell'armata indipendentista in tempo di guerra, truppe di terra, grado di congedo: tenente. Sono nata su Shadetrack il dieci aprile duemilaquattrocentottantadue, a Sweet Waters, e mi sono arruolata nel duemilacinquecentosei, all'inizio della guerra. L'ho finita a Serenity Valley. L'Alleanza ha bombardato il mio pianeta uccidendo mia madre, mio zio e i miei amici, trasformando un mondo verde e rigoglioso in una wasteland senza speranza di ripresa. Mio fratello è stato ucciso a Serenity Valley, Hera. Nel duemilacinquecentotredici ho deciso, nel pieno delle mie facoltà, di prendere le armi e combattere il nemico. L'ho fatto per la memoria dei miei cari e il futuro dei nostri figli, che nascono oggi soggiogati ad un potere che non ha diritto di esistere nell'outer-rim. Se potessi tornare indietro, farei lo stesso. Prego affinché i miei compagni e la mia gente non si lascino scoraggiare dalla mia sconfitta: siamo in guerra e io non sono più di un semplice soldato caduto. Tra di voi, tra coloro che non vogliono più essere schiavi dei criminali che ci hanno invaso e conquistato riducendo le nostre terre in ginocchio, si trovano coloro che ci libereranno. Dio porta il suo messaggio attraverso le bocche più inattese. Chi vincerà la guerra potrebbe essere chiunque di voi. Che sia un orfano di Boros o un macchinista di Safeport. Il figlio di un predicatore di Shijie, un contrabbandiere di Polaris, una giovane di Bullfinch, un meccanico di Maracay. Ed è per questo che non piegherete mai il rim, anche se farete di tutto per fiaccarne l'animo e distruggerne la dignità: dove cade uno se ne alzeranno cento. E presto o tardi saremo troppi anche per voi."

[Fine registrazione]



When I'm at the pearly gates
This will be on my videotape, my videotape
Mephistopheles is just beneath
And he's reaching up to grab me

This is one for the good days
And I have it all here in red, blue, green
In red, blue, green

You are my center when I spin away
Out of control on videotape, on videotape
On videotape, on videotape, on videotape

This is my way of saying goodbye
‘Cause I can't do it face to face
I'm talking to you before

No matter what happens now
You shouldn't be afraid
Because I know today has been
The most perfect day I've ever seen