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sabato 9 novembre 2013

my own kind of ghosts



Al tavolo dove mangiava tutte le sere, di fronte al camino che aveva visto lei e Cole Scott felici, per una notte brevissima. Sulla veranda da cui aveva puntato il fucile in attesa che arrivassero i desperados dei tre fratelli Bolton. Nelle stalle dove aveva tenuto Shamrock, tra i cavalli che aveva curato, ormai vecchi. Nella sala in cui avevano tenuto il corpo ripulito di Buck Blackbourne, con le mani sul cuore e il browncoat macchiato. Nell'infermeria dove l'avevano vaccinata, lungo i campi in cui aveva rischiato la vita contro scorpioni geneticamente modificati grandi come pecore. Dietro la finestra che guardava mentre progettava un omicidio. 

Jack Rooster si muove nella bella casa colonica e la casa le parla di quando c'era Ritter a difendersi dietro i muri, di quando c'era Sterling a bussarle alla porta e Roona Mei Wilson a scartare regali. Le parla di quanto ha dato, quanto ha preteso, quanto non le è stato restituito. Parla di tutti i pugni dati ad Arkan McCorvin e di quando fu cacciata, e il giorno dopo aspettò la squadra di alleati al Crazy Horse Saloon. Parla di Jimbo nascosto in cucina e del ruggito delle notti senza luna. Segue sul pavimento le tracce di una nostalgia piena di rancore. Conta sulle tacche del mauler le volte che ha rischiato la vita per gente che non l'avrebbe rischiata per lei.

"Ammiraglio, è tutto pulito. Procediamo?"

La voce nell'auricolare sfrigola. 

"Aye. Prendete le provviste, e il bestiame. Prendete ogni cosa."



Never took the chance to be
Something I thought I lacked
The only things I give away
Are things I don't want back

domenica 1 luglio 2012

my own kind of reasonable behaviour



'Sera Jack.

Arkan.

Sai questa scena devo ammettere che non m'è nuova. Allora, le ferite si son rimarginate?

E quelle dei tuoi tre assaltatori?

Cavolo Jack m'hai fatto un bel danno sai? mandarmi tre assaltatori in ospedale, non è stato molto gentile da parte tua. Comunque diciamo che due su tre si son quasi rimessi del tutto. Piuttosto, sono felice di vedere che almeno questa volta non stai tentando d'assalirmi, alla fine un po' di buon senso c'è in te. Io non ti capisco Jack, inizialmente mi sei sembrata una persona realmente interessante. Certo fazione probabilmente opposta alla mia ma comunque interessante. Ma immagino che ormai questo sia il nostro copione vero?

Finché non mi riesce di ucciderti.

Questo tuo affetto nei miei confronti devo ammettere che mi sconvolge. Però lo sappiamo bene entrambi che il 'Verse ha bisogno di persone come me, o come te, affinché tutto possa continuare a girare, pensa che noia senza di noi. Piuttosto dimmi una cosa, l'altra volta, l'attentato alla chiesa, realmente tu non ne sapevi nulla?

Questa chiacchierata per farmi domande cui ho già risposto?

Certo, ovvio che non ne sapevi nulla, ed immagino che sia inutile chiederti anche dei Dust Devils no? In verità oltre a farti domande a cui sicuramente non avresti risposto volevo solo assicurarmi che ti fossi ripresa, sai com'è, la detenzione non durerà ancora a lungo e sospetto che presto sarà tempo di ricominciare il nostro giochino vero?

Dovrò tornare qui a firmare per due settimane. Ci incroceremo spesso.

Ho capito che mi vuoi morto ma ogni tanto possiamo anche prenderci qualche pausa non trovi? Alla fine siamo qui, l'ultima volta che parlammo quasi amichevolmente ammetto che trovai interessante la conversazione, avrò mai la possibilità di conversare ancora una volta con te come allora?

Intendi prima che partecipassi a quel gruppo capeggiato da Ryan Gibbs, che uccise rancheri innocenti e, tra le altre persone, uno dei miei più cari e vecchi amici? O forse ci siamo visti qualche volta prima che il vostro esercito invadesse il mio mondo, lo distruggesse, seminasse il tifo tra tutte le persone che conoscevo. O più tardi, prima che le schegge di una vostra bomba si piantassero nel corpo di mio fratello, a Serenity Valley, prima che dovessi passare notti intere vicino al suo cadavere in putrefazione. Con "allora", intendi prima di tutto questo?

La guerra è guerra, entrambi abbiam perso persone a noi care in quel lungo conflitto, immagino, e purtroppo quando v'è una guerra del genere la devastazione è un'ovvia conseguenza. Piuttosto ora dovremmo concentrarci nell'aiutare i pianeti in difficoltà a risollevarsi ed a rendere il nuovo Verse un posto migliore in cui vivere, non versare invece ulterior sangue per una causa ormai persa. Non dico che la guerra stessa sia stata giusta, ma non possiamo cambiare il passato. Per quanto riguarda invece il MAC ed il bombardamento, m'era stato detto che quel ranch era un covo di criminali e sai bene che sto cercando di ripulire almeno un po' il 'Verse in tal senso. Ho solo seguito gli ordini in quello che credevo un giusto ideale.

Immagini?

Jack Rooster si alza in piedi di scatto, afferrando la sedia per lo schienale.

Hey, che fai, ricordati dove siamo!

Jack Rooster torce il busto, lancia la sedia contro Arkan McCorvin. Lo colpisce al braccio che lui usa per ripararsi.

Dannazione!

Due guardie entrano velocemente nella stanza. La prendono per le braccia e la sbattono contro il muro, per trattenerla, nonostante sia ancora ammanettata.

Devi ricordartelo, McCorvin. Quando pensi di essere al sicuro... non lo sei.

martedì 26 giugno 2012

my own kind of bleeding


Devo restare sveglia.


Se rimango sveglia, non tiro le cuoia. 


Se rimango sveglia sopravvivo.


Voglio svenire.


Se svengo smetto di sentire dolore, ma se svengo muoio.

Ooh, che succede adesso, ti senti debole? Che succede adesso, ti ficchi in situazioni così e poi non ti aspetti di morire dissanguata sul pavimento lurido di un saloon di periferia? E' la tua vita che è lurida, lo sai bene. E' la tua vita che è lurida, che tiene lontana la gente, ed è la tua vita lurida che ti rende così ridicola quando metti su la faccia calma e dentro sei una povera disperata. Lo diceva anche lui che in testa non hai un'idea buona, che avanti così ti farai ammazzare, e ora muori, no? Pensi che non veda lo schema? Pensi che non veda il sottile filo rosso che tiene insieme tutte le tue azioni apparentemente senza senso? Roona Mei che si mette in mezzo, Scott che si mette in mezzo, Sterling che si mette in mezzo, Maryanne che si mette in mezzo. Mei mei che ti caccia, Demidov che si mette in mezzo, Sterling e Wright al gabbio, vedere McCorvin ancora vivo, quella visita che hai fatto alla lapide di Blackbourne da lontano, il ritorno del ragazzino che ti ha colpito come un pugno in pieno stomaco, togliendoti il respiro, aggredendoti alle spalle con tutto il carico di passato che vorresti tenere lontano e che invece deve tornare a cercarti e a farti male. Jim. Dio santo, cos'è successo a Jim?

Dio santo, perché penso a Jim? Perché tra le centinaia di persone a cui potrei pensare, penso a Jim? Perché non posso morire con la voce di mia madre nelle orecchie, il sorriso di mio fratello davanti agli occhi? Perché Jim? Perché James Murdock?

Perché Jim ha tradito. Non è stato il primo né l'ultimo, non è stato il più doloroso ma è stato il più chiaro, il più ovvio. Segui il filo rosso. Segui il filo rosso della tua felicità interrotta, della tua vita stuprata da eventi troppo grandi per una persona piccola come sei tu. Sei piccola, è questo che sei. Sei minuscola, e il 'Verse è gigantesco. Sei debolissima, e l'Alleanza è un gigante forte. Sei una sola, e il resto dell'universo ti rema contro. Sei una sola, e remi contro il resto dell'universo.

Non devo svenire.


Se svengo smetto di sentire dolore, ma se svengo muoio.

Non so se ho iniziato tutto perché volevo morire. Non so se ora mi sforzo di non morire perché voglio vivere o perché devo vivere. Non so chi non lo supererebbe in poche settimane. Non so se quello che devo fare devo farlo, o è una scusa per continuare a vivere. 

Non devo svenire.

Se svengo smetto di sentire dolore. 


Se rimango sveglia sopravvivo.

Voglio dormire.


my own kind of sleepless night


"Ooh, Rooster"

Jimbo mi saluta così, mentre sono in aria di chiusura. Si controlla attorno ripassando a mente i clienti e assicurandosi che non ci siano giacche blu. Anche lui sa che non ci vado d'accordo. Gli ho dato dei problemi, al saloon, più di una volta. Qualche volta glieli ho anche tolti però, per cui mi scruta sempre con una certa indeterminatezza di sentimenti.

"Che ti porto, un whisky?"

Gli dico di no, che non sono lì per bere. Ho una sacca in spalla, dovrebbe rendersene conto facilmente. Non so se non capisce subito o se finge di non capire, ma un po' di tempo fa ho deciso che non mi importa di queste cose, che ho roba più importante a cui pensare.

"E che succede che dormi qua? Problemi al ranch?"

Gli sorrido senza intenzione e gli dico che un goccio a ben vedere me lo farei, se non è di disturbo. Poi come spesso accade gli pago tutta la bottiglia e me la faccio lasciare. Mi fa sempre prezzi per le mie tasche, anche se roba così naturale altrove la farebbero pagare dieci volte tanto. Mi piace Greenfield, in un certo senso. Mi piace il verde. Non è com'era casa mia però. A casa mia eravamo più poveri. Greenfield diventerà presto un posto di villeggiatura per corers in cerca di avventura. Se nessuno lo difende.

"Allora, sulla nave come va? Ho sentito che hanno arrestato la tua macchinista insieme a quello che ha fatto il culo al giallo gigante al torneo di lotta..."

Sollevo le spalle e inizio a bere, di parlare non ho molta voglia. So che dovrò dirgli delle cose, a Jimbo. Gli chiedo dov'è finito l'oste che si era preso per un po', il biondo, e lui mi risponde borbottando con un certo disappunto. Sono così stanca che mi va di dormire e non svegliarmi più. Prendo un respiro profondo e provo a sorridere, e dico: Jimbo.

"Jimbo, verranno a prendermi gli assaltatori. Non incasino il saloon, te lo giuro. Ma ho bisogno di un posto dove dormire, e te lo pago. Posso prendermi un letto qui?"

Jimbo sgrana gli occhi, dondola su se stesso, tentenna. Ho deciso di chiederlo a lui perché so com'è. Se l'avessi chiesto a Sylvia mi avrebbe offerto un bicchiere di whisky e poi mi avrebbe cacciato a calci in culo, dicendomi di portare i miei casini. Jimbo invece prende la chiave di una delle stanze e mi dice, con la cautela con cui si parla di malefatte: "se te lo chiede Sylvia, tu non mi hai mai detto niente, eh?"

Gli sorrido e gli pago la nottata, poi salgo le scale trascinandomi dietro da bere. Uno dei tre letti è occupato da una vecchia che dorme profondamente, ma che si gira dall'altra parte quando sente il rumore dei miei stivali. Gli stivali me li tolgo, la sacca con la mia roba la lego ad un piede del letto. Prendo gli antidolorifici a base di morfina di Ritter e mi stendo alla penombra di una candela, con il buio annidato in ogni angolo.

I vestiti non me li tolgo. Mi sciolgo i capelli, però, e osservo il soffitto aspettando che gli antidolorifici che ho mandato giù facciano il loro effetto. Vorrei non pensare, ma non riesco a farne a meno. Ho un vuoto all'altezza dello stomaco, non mangio niente da stamattina. Vorrei dormire. Chiudo gli occhi e provo a pensare a qualche ballata che cantavo da ragazza, che mi distragga.

I can't promise you that I won't let you down, and I can't promise you that I will be the only one around when your hope falls down

Ne cerco un'altra girandomi sul fianco e spostando il cuscino in modo da averlo tra il braccio e la guancia. Le lenzuola non le ho neanche tirate giù, fa troppo caldo. Ma non posso spogliarmi, potrebbero venirmi a prendere in ogni momento. Avrei voluto urlare in faccia a McCorvin che l'ho quasi ammazzato io. Che l'ha salvato una buona stella, ma che la prossima volta mirerò alla testa. Gli ho dato un pugno, però. A Roona Mei non è piaciuto. Si è messa in mezzo tra me e lui e mi ha spinto indietro, ad un certo punto.

so break my step and relent, you forgave and I won't forget, know what we've seen and him with less, know in some way, shake the eccess

E' già successo. A me, più volte, in modi diversi, per motivi diversi. Quando Sterling si mise tra me e Ritter, sputandomi in faccia che lui sapeva tutto, che gliel'aveva detto nonostante fossi stata chiara su cosa sarebbe successo se solo avesse annusato qualcosa con quel suo naso sproporzionato. E' successo con Scott e la Winter, anche se non fisicamente. E' come se passassi la mia vita a difendere chi ho a cuore, e loro passassero la vita a difendere gli altri da me. Come si farebbe con una bestia. Non ne avevo bisogno. Non dopo quella serata, non dopo essere quasi stata ammazzata da uno di quegli scorpioni giganteschi che infestano il ranch da un po'. E paradossalmente, tra tutte le persone che conosco da una vita, quello che in quel momento si è messo in mezzo per difendermi invece che per difendere da me è stato un semisconosciuto, un koroleviano che gira al ranch da un po'. Si è preso un colpo, per me. In maniera stupida e inutile, ma l'ha fatto. Non l'ha mai fatto nessuno. C'è sempre stato qualcosa più importante di me per tutti. Che fosse orgoglio, o un compagno, o un principio, o il quieto vivere e un po' di tranquillità.

Quando McCorvin è arrivato, l'immagine di Demidov paralizzato mi stava divorando da dentro. So di essere stata una persona avventata, per tanti motivi. Ma non l'ho mai nascosto, e a Roona Mei lo dissi chiaramente, da subito. Le ho detto anche non metterti in mezzo. Ha voluto mettersi in mezzo. Dovrei farmi delle domande. Dovrei chiedermi perché mando a puttane tutto, ogni singola volta che inizio a ricostruirmi una seppur vaga parvenza di normalità.

Dovrei iniziare a chiedermi chi si metterebbe in mezzo per proteggere me.

lunedì 23 aprile 2012

my own kind of hands around his neck



"The only thing that you and I have in common, is we're both about to die."
"How do you imagine that's gonna happen?"
"With my hands around your neck."


Se solo avessi stretto più forte, per un paio di minuti in più... tre minuti, è quanto è necessario a far soffocare un uomo. 

Tre minuti, e avrei avuto giustizia


martedì 10 aprile 2012

my own kind of birthday

Non otterremo nulla da te, vero?

[...] potete aprirmi il petto, spaccarmi le ossa e cercare fino al centro del mio cuore: l'unica cosa di cui mi pento è non aver ammazzato Gibbs quando ne avevo l'occasione. « l'accento del rim esterno sempre udibile, trascinato. » se l'avessi fatto, sarebbe stato tolto di mezzo prima. E un brav'uomo sarebbe ancora vivo.



Arkan McCorvin, Alesha Baland, Gregory Phillps, Nathe. Nathe, Gregory Phillps, Alesha Baland, Arkan McCorvin.

Non devo dimenticare niente. Non devo dimenticare la piatta calma di Phillps e le sue minacce inconsistenti da burocrate. Non devo dimenticare McCorvin, le sue parole vuote e prive di senso dette da qualcuno che ha bombardato la gente del rim. Niente mai va dimenticato. Nella memoria onoriamo i nostri morti e i nostri sacrifici. La memoria è tutto ciò che ci resta. E la mia memoria è lunga.

La giornata è passata così, lentamente, con il dolore alla gamba che mi squarcia da dentro. Con gli antidolorifici lo tengo sotto controllo, riesco a vivere normalmente. Con gli antidolorifici non è un problema, posso gestirlo. Ma senza è come una pugnalata continua. E nasconderlo, sforzarsi di tenerselo dentro, lo fa pulsare ancora di più. Me lo sento nel muscolo, attaccato all'osso. A volte è un fastidio preciso e costante, altre volte è un dolore così lancinante da svegliarmi. Ho l'impressione che con un coltello sottile con una lama affilata potrei scavarmi nella carne fino a reciderlo.

Gli antidolorifici non si trovano facili. Ogni volta faccio una scorta al mercato nero di Safeport, ma c'è qualche roba strana in quelli che trovo, mi fanno venire da vomitare. Mi servirebbe Blackbourne, per farmi dare gli analgesici che mi passava lui. Oppure andare a Hall Point, lì si trova roba migliore. Ma ho promesso di non rimetterci piede. Non sul breve tempo, comunque.

E' stato il mio compleanno oggi, comunque. Trentadue. Passato a guardare il sole a scacchi.

Forse c'è qualcosa di terribilmente sbagliato in me.