martedì 22 ottobre 2013

my own kind of black hawk down



E' una serata fresca. Sul tetto di una stalla, sul fondo di un albero. Nel palmo di Bolivar o con la schiena premuta contro la corteccia di un tronco. La stessa serata fresca a ventiquattro ore di distanza. Jack Rooster piange per il dolore e piange perché per un attimo si ricorda di quando era terrorizzata dal buio. Ma non è triste: è dall'altra parte esatta. E' a nord del fiume e ha abbattuto il ponte, hanno abbattuto il ponte. Lo hanno davvero abbattuto? Il fumo non le ha permesso di esserne sicura. Qualcuno la troverà presto.

Bolivar e André la trovano sul tetto di una stalla. Bloom, due bottiglie di tequila, bourbon e latte. Mentre si rimbocca la coperta fin sulle guance, Jack Rooster pensa che se qualcosa andasse male, se qualunque cosa andasse male, André e Bolivar non vorrebbe ricordarseli in nessun altro modo. A credere che i cigni neri esistano, che l'Australia sia un luogo vero. Se stai a sentire le storie dei lacklands, pensa Jack. Suo zio le raccomandava di tenersi lontana dai senza-terra, ma vent'anni dopo guarda il cielo di Bullfinch e prega di aver fatto tutto il necessario perché il senza-terra sopravviva.

Cortes, invece, la trova in cima alla rampa della Almost Home. Ci sono due jeep pronte: Sharpe condurrà André e Bolivar al limitare della giungla, poi proseguiranno a piedi con i ranger del distaccamento esploratori. Lei ed Eivor andranno al campo dodici del Rose Ranch. L'A-11 le aspetterà lì. Non prima di essere passati per le mani di Cortes, però; non prima di essere passati per la gioia e il coraggio incosciente e irrealistico di Cortes. Mentre Bolivar ride e André improvvisa un passo di danza, Jack la rimprovera di aver sottratto dei soldati al loro dovere per metter su quella pantomima musicale inutile, indecente. La verità è che è così che se la vuole ricordare, Cortes (succeda quel che deve succedere): mentre suona la marcia dei vincitori per chi nel destino ha la sconfitta. Prima di salire in jeep, invece di salutare André lo rimprovera. A Bolivar sorride mentre scavalca lo sportello del passeggero. Sorride e basta. Non le vengono grandi discorsi.

Dio si sta facendo perdonare Wright a Fargate, pensa Jack, mentre urla a pieni polmoni il dolore lancinante che le provoca sfilarsi il giubbotto di kevlar (ma almeno riesce a respirare). Renshaw è vivo, è salvo. Sopravviverà, sopravviveranno tutti e il ponte è caduto. Fai che il ponte sia caduto. 

I ranger confederati la trovano a tamponarsi le ferite semi svenuta, e ignorano il tubetto quasi vuoto di analgesici che riposa al suo fianco. Joe Logan è un uomo calmo, conciliante e solido. Scuote Jack per la spalla sana e le colpisce piano le guance per farla rinvenire. La chiama per grado e cognome. Ammiraglio Rooster. Jack Rooster. Cain Rooster.

"Il ponte?" rantola mentre la sollevano di peso.
"Il ponte è abbattuto, signore".

Sorride nonostante il dolore. Perde i sensi mentre conta le piume ai cigni neri.

domenica 13 ottobre 2013

my own kind of cold ground



E' metà ottobre e su Bullfinch piove. L'ammiraglio Jack Rooster non torna alla Almost Home da due giorni, e ogni passo che ha fatto l'ha portata più lontana dalla nave. E' andata a Buckskin Trails, ha acceso un fuoco e ha bevuto vodka korolevita seduta per terra, alla salute di Red Wright.

Al suo fianco siede Cain. Guarda il fuoco accanto a lei e finge di non rendersi conto che ingoia un singhiozzo dopo l'altro con un'ostinazione inutile.

"I'm sorry, cub"

Quando lo dice sembra sincero.

"Non so che fare"; glielo confessa e tira su col naso.
"Se non è una novità questa"
"Io non-- io non so più che fare, Cain."

Non risponde. Quando lei si volta, è sparito.


martedì 8 ottobre 2013

my own kind of missing heads


Bullfinch, gli inizi di ottobre


E' notte e tra poco sarà l'alba. In un letto così stretto, Renee Bolivar è una presenza ingombrante. A ogni sussulto nel sonno conquista un centimetro di spazio in più, ma a lei non dispiace - non dormirebbe comunque -. Si è stesa su un fianco, con la schiena contro il muro e la testa sotto un braccio ripiegato. Ha chiuso gli occhi ogni tanto senza riuscire mai ad addormentarsi. Riaprirli e trovare lui le schiude le labbra ogni volta. Non gli ha ancora detto niente.

Il sonno di lui è profondo. Spogliato delle armi e dei vestiti, gli rimane la pelle tesa sui muscoli, le mani bendate e due giri attorno al collo. Il primo è una croce, il secondo è una zanna. Il sacrificio del figlio di Dio per l'anima degli uomini e la lotta per tenersi l'anima in corpo ancora un po' prima di riconsegnarla a quello stesso buon Dio.

Due giri anche per lei. Il primo è vecchio. Il secondo è nuovo e luminoso, ma comunque simile. Sono targhette militari con nomi diversi e gruppi sanguigni uguali. Rappresentano impegni presi, promesse disattese, sensi di colpa e speranze di rivalsa. Mentre passa le dita sulla croce d'oro prova a elaborare un ordine da utilizzare nel caso in cui gli alleati accettassero di trattare separatamente la riconsegna dei prigionieri, o dei loro corpi.

Prima i vivi, poi i morti. Di questo è sicura. Un po' più in basso, la questione diventa più difficile; seguire la scala gerarchica sarebbe ciò che il Comando le ordinerebbe di fare. Il primo ufficiale Wright per primo, il caporale Schmidt dopo, il soldato semplice John Shepherd per ultimo. Wolfwood le ha detto che alcuni generali considerano i loro uomini come dei numeri. Ne perdi uno, ne cerchi un altro. Ma prima di essere un ammiraglio confederato, Jack Rooster è stata un capitano di nave. Prima di essere un capitano di nave, è stata tenente a Serenity Valley, ed è a Serenity Valley che ha imparato che gli uomini con cui hai combattuto per anni sono più che soldati intercambiabili. Ogni morto nella valle del suo reggimento era una storia per cui aveva sperato in un lieto fine. Un po' di giustizia. Un ritorno a casa.

Quindi non pensa più al primo ufficiale, al cecchino competente o all'ufficiale operativo. Pensa invece al padre di famiglia, al ragazzo orfano e all'uomo che ha visto il suo pianeta distrutto. Pensa alla rabbia senza confini di Schmidt e al biasimo di Eolen, pensa a Sam e a come lo vorrebbe felice. Vorrebbe felice ognuno di loro. Li vorrebbe sereni.

Lui sembra sereno quando dorme. E' diverso da tutte le persone che conosce - Jack Rooster l'ha capito prima di pensarlo, e anche adesso non saprebbe dire cosa abbia di diverso. Non si rende conto che non c'è inferno negli occhi di Bolivar, non c'è rabbia malata e non c'è dolore esposto. Tutti gli uomini che conosce sono coacervi di odio e afflizione. Sono corrotti da ciò che hanno perso e ciò che vogliono sottrarre ai nemici; sono spietati come Schmidt o esausti come Sam, sono alla disperata, disorientata ricerca di redenzione come André o sono impenetrabili, come Red. Lui non è niente di tutto questo. E' ostinato, come tutti gli altri, ed è testardo, come tutti gli altri, ma non è danneggiato. Gli incubi non lo svegliano la notte. Non ha inferno negli occhi, Bolivar, la guerra non gli ha spezzato la schiena nonostante tutto.

Gli disegna sulla pelle il corso irregolare del Morgan River, lui si sveglia di soprassalto quando tocca all'insenatura a nord che gli arriva quasi fino alla clavicola. Jack, che è abituata a scatti brevi nel sonno, scivola di lato e lo lascia agitarsi qualche istante, mentre emerge disorientato dal sonno.

" 'em sorry, woke you up"

Lui si strofina la faccia e la trova nella penombra.

"Ain't na problem, ah"

Il cortex pad suona in quel preciso istante. Lei si spinge in avanti, fuori dalle coperte, verso il comodino ai piedi del letto, senza che tanta fretta sia spiegabile agli occhi di Bolivar. Un attimo dopo vede il profilo di un sorriso colarle fuori dalla bocca, illuminato dal bianco neutro del cortex pad.

"Any good news?" chiede. Lei gli torna stesa al fianco, i muscoli tutti sciolti.

"Aye - conferma - good news". 




you won't find him trying to chase the devil
for money, fame, for power, out of grief
you won't ever find him where the rest go
you'll find him next to me

giovedì 3 ottobre 2013

my own kind of stumbling block



Capital City, ottobre 2515


Era sera tardi. Maryanne era seduta su un divano largo e morbido, a gambe accavallate. Osservava le holonews proiettate al centro della sala. La visuale abbracciava dall'alto centinaia di soldati in uniforme blu allineati, con la pancia in dentro e il petto in fuori. Tenevano il mento sollevato. Lo zoom su qualche volto mostrava rasature precise, o forse facce troppo giovani. 

Le notizie riportarono per la terza volta dall'inizio del programma la disfatta della flotta confederata. Maryanne ascoltò di nuovo ogni parola, quindi la conta dei morti. La prima volta che aveva saputo, si era premuta una mano sulle labbra e aveva spalancato gli occhi con orrore. Non aveva avuto bisogno di controllare la propria reazione: Sean era ancora a scuola e Kal non era a casa. A casa ci passava ormai poco tempo, dormendoci un paio di volte a settimana. Prima di fuggire nel Core, Maryanne non sapeva neanche cosa fosse, il divorzio. Aveva permesso l'adozione di suo figlio da parte del nuovo marito con infinita ingenuità, pensando che un nuovo cognome corer gli avrebbe permesso di integrarsi meglio nel nuovo mondo. Quello stesso cognome adesso la minacciava: senza Kal non aveva un reddito, non aveva una casa. In più era una rimmer e non era capace di aiutare suo figlio neanche con i compiti di scuola. Gli avvocati avevano già palesato l'intenzione di forzare la mano su un affidamento congiunto, con preponderanza del padre.

Polaris, Polaris poteva essere una possibilità. Aveva sentito parlare di posti come Tauron e Bullfinch, le sembravano simili alla Shadetrack di un tempo. Avrebbe preso Sean e sarebbero scappati. Se anche fossero riusciti a rintracciarli, sarebbero stati in una legislazione diversa, quella confederata. Sean, lui si sarebbe adattato facilmente - era giovane. Lei avrebbe potuto vedere un fiume vero, dopo tanto tempo.

I loro IdN erano marchiati Columba, ma tra le informazioni riportavano anche la residenza a Horyzon. Si era ricordata di Jack, allora, e di quella volta che le sbatté la porta in faccia, spingendola nella neve della sua splendida villa a Horyzon. Della villa di Kal. L'aveva cercata. L'aveva trovata. Poi era scoppiata la guerra, di nuovo.

Si spinse verso il tavolino e prese tra le dita il bicchiere di vino rosso sintetico che si era versata. Lo svuotò con le palpebre ancora arrossate.

A Sean non aveva detto niente. Non aveva detto di Cristobal Barclay, né di John Cassidy. Era stata costretta a raccontargli di suo padre, però, e di chi fosse Jack Rooster. Di come fosse partita per fare il soldato e mai più tornata, fino a pochi anni prima. Sean era un ragazzino sveglio e aveva capito, ne era sicura. Negli occhi verdi (gli occhi dei Rooster) si era accesa la speranza di un'avventura. Quando hai dieci anni vuoi sentirti dire che sei diverso da tutti gli altri e che potrai presto andare lontano, verso uno splendido destino. Nella mentalità di Sean, cresciuto nel Core, le praterie di Shadetrack e quelle di Tauron erano ostili ma anche romantiche, idealizzate. Avventurose. Non aveva mai avuto una famiglia al di fuori di Maryanne, e adesso c'era la possibilità di trovare la sorella di suo padre. Si sarebbe adattato. Questo prima della guerra.

Ma non avrebbe potuto portare suo figlio in una zona di guerra. L'orrore delle minacce di bombe su Shadetrack l'aveva tenuta sveglia per mesi, il dolore anche. Non l'avrebbe portato in un territorio di morte e stenti, nell'ennesimo angolo di cielo stretto e distrutto dalla potenza alleata.

Per risparmiarglielo, era scappata da casa la prima volta. Per quanto Jack Rooster diceva di poter garantir loro un posto sereno, un posto sicuro, lei aveva imparato da tempo a non fidarsi delle promesse dei Rooster. Come quella di proteggerli.

Come quella di tornare.

martedì 1 ottobre 2013

my own kind of commander




[...]

Le cifre sulle navi distrutte e la conta dei morti sono al momento discordanti ma parrebbe certo che oltre 25 navi confederate siano state distrutte o siano considerate disperse, con un numero di soldati morti non inferiore alle trecento unità. Fonti non confermate annunciano anche la distruzione della corazzata classe Avalanche "Quicksilver" al comando dell'Ammiraglio Renshaw, ricercato dalla fine della guerra dall'Alleanza per plurimi reati: un abbattimento che, se confermato, renderebbe ancora più clamorosa la vittoria riportata dalle truppe dell'Ammiraglio Lee.

Le mani giunte e premute sulle labbra tremano. Tremano le palpebre, il cuore e il coraggio. Tremano le parole sussurrate in punta di labbra, le lacrime in gola e le preghiere imparate.

“   Most Sacred Heart of Jesus, 
I accept from Your hands whatever kind of death 
it may please You to send me this night,
with all its pains, penalties and sorrows; 
in reparation for all of my sins, 
for the souls beyond the veil, 
for all those who will die today
and for Your greater glory  



I woke up this morning
I could barely breathe
Just an empty impression
In the bed there you used to be
I want a kiss from your lips
I want an eye for an eye
I woke up this morning to an empty sky

Empty sky, empty sky
I woke up this morning to an empty sky
Empty sky, empty sky
I woke up this morning to an empty sky

Blood on the streets
Blood flowin' down
I hear the blood of my blood
Cryin' from the ground

Empty sky, empty sky
I woke up this morning to an empty sky
Empty sky, empty sky
I woke up this morning to an empty sky

On the plains of Jordan
I cut my bow from the wood
Of this tree of evil
Of this tree of good
I want a kiss from your lips
I want an eye for an eye
I woke up this morning to the empty sky.