mercoledì 18 luglio 2012

my own kind of you're just like him




Stai diventando paranoica come Scott. «  Sibila, abbassando il tono di voce tanto da costringere la propria interlocutrice a sforzarsi per poterla sentire: quando è davvero arrabbiata, infatti, lei abbassa la voce, anziché alzarla.  » Anche Cole passava tutto il suo fottuto tempo a pensare di non potersi fidare di noi. Soltanto perché a volte non eravamo d'accordo con lui. «  Incrocia le braccia al petto: ha indosso degli abiti che avrebbero bisogno, come minimo, di essere lavati.  » Comincio a chiedermi se non sia la sindrome del comandante. Nessuno ti ha chiesto di venirmi a prendere, Jack. Sarei tornata comunque in qualche modo. «  Mugugna, guardandosi intorno come se cercasse ispirazione per continuare.  » Tutti hanno i propri segreti. Questo non significa che vogliamo metterti in pericolo o mancarti di rispetto. E se pensi una cosa del genere, forse dovresti prenderti una pausa da questo mestiere.


Devo concentrarmi. Ho cose su cui concentrarmi: su John, su come ritrovare la mia nave.

Ma il viaggio è troppo lungo e le cose a cui pensare troppo poche. E io casco sempre sullo stesso scalino.




Treated you like a rusty blade / A throwaway from an open grave / Cut you loose from a chain gang / And let you go / And on the day you said it's true / Some love holds, some gets used / Tried to tell you I never knew / It could be so sweet / Who could ever be so cruel, / Blame the devil for the things you do / It’s such a selfish way to lose / The way you lose these wasted blues / These wasted blues / Tell me that it's nobody's fault / Nobody's fault / But my own / That it's nobody's fault / Nobody's fault / But my own / When the moon is a counterfeit / Better find the one that fits / Better find the one that lights / The way for you / When the road is full of nails, / Garbage pails and darkened jails / And their tongues / Are full of heartless tales / That drain on you / Who would ever notice you / You fade into a shaded room / It's such a selfish way to lose / The way you lose these wasted blues / These wasted blues / Tell me that it's nobody's fault / Nobody's fault / But my own / Tell me that it's nobody's fault / Nobody's fault / But my own tell me that it's nobody's fault / Nobody's fault / But my own tell me that it's nobody's fault / Nobody's fault / But my own / Tell me that it's nobody's fault / Nobody's fault / But my own / Tell me that it's nobody's fault / Nobody's fault



mercoledì 11 luglio 2012

my own kind of fine


"Andrà tutto bene... Andrà tutto bene."


"Andrà tutto bene."


"Andrà tutto bene."

Non tornerò in prigione. Non mi farò spedire a Fargate, non guarderò il sole a scacchi. Non tornerò in prigione. No. Non per una baldracca coi pantaloni di pelle.



giovedì 5 luglio 2012

my own kind of busy




I morti vanno rispettati.

Mentre il ragazzino di Corona e una bambina di non so dove mi guardano come se fossi pazza, mi chino sul corpo freddo di Boyd Flynt e recito le parole che si recitano per i naviganti. Loro lo reclamano, dicono che è del ranch. Non sanno niente di Boyd Flynt. Non sanno che venne a parlarmi che non avevo ancora imparato il suo nome, mentre ferravo i cavalli. Mi disse che voleva viaggiare con noi, vedere il 'Verse. Che sarebbe stato leale, che gli piacevano i browncoats e non avrebbe dato problemi. Che avrebbe fatto anche il mozzo, non gli importava, voleva imparare un mestiere nuovo. Non voleva diventare vecchio su Greenfield. Mi disse non voglio diventare vecchio su Greenfield, tra le vacche. Fammi salire a bordo. Fammi viaggiare con te.

Non sanno che Boyd Flynt non era del ranch, non era nemmeno della mia nave. Boyd Flynt non voleva essere di nessuno. Non voleva un destino segnato, perché sapeva benissimo che a gente senza grandi talenti come lui tocca normalmente un destino noioso. Non voleva appartenere al ranch, né a noi. Voleva scoprire il 'Verse e morire con qualche bella storia da raccontare, da vecchio.

Lo riporto a casa sua con un thor, ripulito, dopo essermelo trascinato per tutta la nave fino alla stiva, temendo che quel dannato scorpione prendesse anche me. Gli ho messo degli abiti ordinati, li ho presi tra quelli lasciati da Scott. Mi chiedo se lui non sarebbe stato in grado di evitare tutto questo.

Lo riporto a casa, Boyd. I genitori piangono, io mi offro di pagare il funerale. La madre mi insulta, mi dice che è colpa mia, che a Oak Town lo sanno tutti che mi sono quasi fatta ammazzare al saloon, che lo sanno tutti io e il mio equipaggio siamo dei piantagrane.

You just ain't no good, mi dice.
You and your crew. You just ain't no good.

Il padre mi invita dentro e mi offre dell'alcol. Per un attimo penso che non dovrei bere sullo Zaleplon. Poi mi rendo conto che mi sta mettendo davanti un bicchiere del suo gin migliore, e che rifiutarlo sarebbe una mancanza di rispetto. Bevo un sorso, tengo gli occhi sul gin. Lui inizia a raccontarmi di quando suo figlio era piccolo. Di come fosse insoddisfatto, sempre, di come fosse curioso. Di come fosse cresciuto triste, di come quella tristezza si alzasse come un sipario ogni volta che diceva che sarebbe partito con la nave di Jack Rooster. Dannato il giorno in cui ti ha incontrato, Jack Rooster. E benedetto quel giorno, perché gli ha dato un po' felicità prima di morire. Mi dice questo. Mi dice che nessun genitore dovrebbe seppellire suo figlio. Resto con lui ancora un po', poi mi alzo, saluto rispettosamente e me ne vado. Porto il thor alla stalla di Shamrock e lì prendo il cavallo. Lo preferisco al guidare, di molto. Ho bisogno di pensare.

Sulla strada penso, quindi. John è partito verso Richleaf, in un viaggio della speranza. Forse si salverà, forse no. Forse avrei dovuto permettere al ragazzino di Corona di aprire Flynt in due e prendere il suo polmone, e riportarlo ai suoi genitori con un taglio nel mezzo del petto e più leggero di un organo. Penso a John intubato. Penso a John che da intubato mi ha forse risolto un problema. Penso che ho fatto bene a mandare il ragazzino di Corona con lui. Penso all'elettricità.

Sono preoccupata per Ritter. Nessuno sembra sapere niente di lui, e quando arrivo al ranch nessuno sembra stia facendo niente per sapere di lui. Neville non ha idea di ciò che sia successo, né di dove si trovi. Roona Mei sa che è stato arrestato, ma non ne conosce le condizioni né la posizione. Quando vado a buttarla giù dal letto per farla lavorare, dico a Sterling che non sappiamo molto, ma che qualcuno ce l'avrebbe detto, se fosse morto.

Quando esco dalla sua stanza, incrociando Zoya per poco, mi chiedo se non le ho mentito. Sono le quattro del mattino e devo trovare un posto dove dormire. Sterling mi dice di prendere la sua stanza, io le rispondo che al ranch non ci posso stare. Le dico di fare il lavoro che ho detto di fare a lei e alla Thomson. Che non abbiamo tempo.

Non ci posso più stare, al ranch.

Dormo da un'affittacamere appena fuori Oak Town, che ad un prezzo modico mi permette anche di far bere e mangiare il cavallo. Acab mi segue ma non si avvicina, io capisco che deve fare di nuovo l'abitudine alla mia presenza. Un paio di spine e qualche ferita superficiale mi fanno pensare che abbia passato questo lungo tempo nei boschi, a cacciare. L'ho esaminato. Non ci sono segni che facciano pensare all'attacco di uno scorpione.

Dormo un paio d'ore. Mi sveglio presto, esco presto. Mi carico una ragazzina lungo la strada e la porto alla redazione dell'Oak Town Gazette, il giornale più raro di tutto questo pianeta. Sveglio il caporedattore impegnato a smaltire sulla sua scrivania la sbornia del giorno prima, gli dico che ha del lavoro da fare e quando protesta gli poggio cinquanta dollari sul tavolo. Alla ragazzina ne do venti.

Faccio inoltrare due richieste all'Ottava Flotta, simili e con nominativi diversi, formali, ognuno dei quali chiede delle sorti di Eleazar Ritter. Un comunicato prestampato ma ancora non diffuso arriva sui terminali. E' vago, dice che Ritter è vivo e che è a Horyzon. Faccio mandare dalla ragazzina un altro messaggio in cui chiedo più specificatamente dove si trovi Ritter, che è diritto di chi chiede saperlo, che è diritto suo ricevere visite.

Rispondono dopo quarantacinque minuti. Dicono che è Capital City, al General Hospital gestito dalla Blue Sun. Do alla ragazzina altri cinque dollari e le dico di scrivere dal mio cortex-pad ai seguenti contatti: Vergil Neville, Eivor Edwards, Roona Mei Wilson e Eir Sterling. Le dico di scrivere che Ritter è stato ferito, che è stato curato e che è fuori pericolo. Le dico di scrivere che è al General Hospital di Capital City, Horyzon.

Esco dalla redazione non appena ha inviato il messaggio. Sono calma, ma sono ancora preoccupata per Ritter. Ma almeno ho scoperto qualcosa.

Ora non mi resta che cacciare a calci in culo uno scorpione gigante dalla mia nave.

martedì 3 luglio 2012

my own kind of opinion about Eds' treacherous pet



"Per dio, Edwards, io quel tuo gatto ve lo servo per cena. Lo spenno e lo faccio arrosto, quanto è vero iddio!"


domenica 1 luglio 2012

my own kind of quiet








Sono calma.

Calma, mi sfoglio al contrario alla ricerca dell'ultimo ricordo positivo che ho non legato a morti ammazzati, non legato alla lotta e ai pochi successi che ci siamo conquistati col sudore della fronte.

Il sudore della fronte. Mi poggio la mano sulla testa e la sento bollente. Mi poggio la mano sul cuore e lo sento bollente. Non voglio sentirmi così. Non voglio più sentirmi così. Voglio sentirmi calma, quieta. Pagina dopo pagina, cerco l'ultima volta in cui sono stata quieta. 

Montavo l'amaca per Scott. Ero sicura di avere un paio d'ore, durante il suo turno di ronda. Senza fretta, pensavo alla faccia che avrebbe fatto vedendola lì. Ero calma, il natale è una festa che mi è sempre piaciuta, anche dopo la guerra. Ero calma e quieta mentre mi stendevo sull'amaca e la provavo, dondolandola e chiedendomi se avrebbe retto due persone.

Cercavo un libro ad una bancarella. Alcuni li avevo già letti, molti invece non li avevo mai neanche aperti. Cercavo un libro ad una bancarella per il compleanno di Roona Mei, pensavo a mia madre che leggeva le storie a tutti i bambini di Madrida di fronte al falò e a Scott che se ne era andato, ma ero calma, ero quieta. Anestetizzata dalla consapevolezza che non avrei potuto fare di meglio. Anestetizzata dal rileggere quel vecchio racconto, Il Gabbiano. Tenerlo tra le mani e sfogliarlo. Mentre scorrevo le parole, sentivo in testa la voce di mia madre che lo leggeva. 

Roona Mei e Scott non sono pensieri giusti. Non sono ricordi giusti, col senno del poi. Il senno del poi getta tutto in ombra.

Dormivo sulla Almost Home per la prima notte dopo averla comprata. Mi ero scelta una cabina spaziosa e vuota, ci avevo portato un materasso sottile che, mi assicuravano, era stato interamente spulciato, e una coperta da metterci sopra, così da potermi stendere. Senza cuscino, dopo la nostra prima cena insieme da equipaggio, fumavo un'erba profumata in grado di rilassarmi i muscoli, e mi rendevo conto che, da quando ero partita per la guerra, era la prima volta che possedevo qualcosa, che avevo una cosa mia. Ed ero quieta, ero calma.

Ero dietro il saloon, con la schiena premuta sul muro esterno e una siringa nel braccio. Ritter tirava via l'ago e mi diceva che dopo poco avrebbe fatto effetto. Io sentivo il dolore scivolare via come sciacquato dall'acqua fresca in estate, e tutti i terribili pensieri che si erano agitati fino ad un attimo prima tornavano in ordine, diventavano semplici e luminosi. Ogni cosa era rischiarata dalla propria luce, ogni cosa aveva un senso perfetto ed era inserita in un puzzle che combaciava senza forzature, restituendomi un'immagine chiara e accogliente del futuro e del passato. Tutte le cose insensate avevano un senso. La guerra, le persone che ho incontrato, tutti i passi che ho fatto, Cain che moriva tra le mie braccia, il funerale di Blackbourne, John Cassidy che mi cacciava dalla sua nave, ogni cosa aveva un ordine preciso, ed ero svuotata di tutto il rancore, di tutto l'amore, di tutta la felicità, di tutto il dolore e della rabbia. Ero calma. Ero quieta. 

Ero poggiata contro il bancone di Jimbo, con un dolore così forte da farmi riempire gli occhi di lacrime. Avevo il respiro affannato e gli occhi stretti, e sentivo di poggiare le mani nel mio stesso sangue. Affogavo nelle mie emorragie mentre intorno a me continuavano a sparare e a spararmi, e pensavo a quando mia madre ci portava in chiesa a sentire il reverendo Pelton parlare del paradiso e di come tutti abbiano un loro destino e un loro tempo, e di come fare il volere di Dio voglia dire compiere il proprio destino, morire al momento giusto, e che alla fine Dio ci avrebbe perdonati tutti, perché dio è perdono e misericordia e bene infinito. Ero poggiata contro il bancone di Jimbo e stavo morendo.

Ero calma.

Ed ero quieta.



oh mother, I can feel the soil falling over my head, / and as I climb into an empty bed, / oh well, enough said, / I know it's over still I cling, / I don't know where else I can go, over. / oh mother, I can feel the soil falling over my head, / see the sea wants to take me, / the knife wants to slit me, / do you think you can help me, / sad veiled bride please be happy, / handsome groom give her room, / loud loutish lover treat her kindly, / though she needs you more than she loves you, / I know it's over - still I cling, / I don't know where else I can go - over; over. / I know it's over and it never really began, / but in my heart it was so real, / and you even spoke to me and said, / "if you're so funny, then why are you on your own tonight?" / "and if you're so clever then why are you on your own tonight?" / "and if you're so very entertaining then why are you on your own tonight?" / "and if you're so very good looking, why do you sleep alone tonight?" / I know,/ because tonight is just like any other night, / that's why you're on your own tonight, / with your triumphs and your charms, / while they're in each other's arms, / it's so easy to laugh it's so easy to hate, / it takes strength to be gentle and kind, / over and over and over. / it's so easy to laugh it's so easy to hate, / it takes guts to be gentle and kind, / over, over. / love is natural and real, / but not for you my love, / not tonight my love. / love is natural and real, / but not for such as you and I my love, / oh mother, I can feel the soil falling over my head, / oh mother, I can feel the soil falling over my head, / ohhh-ohh, / oh mother, I can feel the soil falling over my head.

my own kind of reasonable behaviour



'Sera Jack.

Arkan.

Sai questa scena devo ammettere che non m'è nuova. Allora, le ferite si son rimarginate?

E quelle dei tuoi tre assaltatori?

Cavolo Jack m'hai fatto un bel danno sai? mandarmi tre assaltatori in ospedale, non è stato molto gentile da parte tua. Comunque diciamo che due su tre si son quasi rimessi del tutto. Piuttosto, sono felice di vedere che almeno questa volta non stai tentando d'assalirmi, alla fine un po' di buon senso c'è in te. Io non ti capisco Jack, inizialmente mi sei sembrata una persona realmente interessante. Certo fazione probabilmente opposta alla mia ma comunque interessante. Ma immagino che ormai questo sia il nostro copione vero?

Finché non mi riesce di ucciderti.

Questo tuo affetto nei miei confronti devo ammettere che mi sconvolge. Però lo sappiamo bene entrambi che il 'Verse ha bisogno di persone come me, o come te, affinché tutto possa continuare a girare, pensa che noia senza di noi. Piuttosto dimmi una cosa, l'altra volta, l'attentato alla chiesa, realmente tu non ne sapevi nulla?

Questa chiacchierata per farmi domande cui ho già risposto?

Certo, ovvio che non ne sapevi nulla, ed immagino che sia inutile chiederti anche dei Dust Devils no? In verità oltre a farti domande a cui sicuramente non avresti risposto volevo solo assicurarmi che ti fossi ripresa, sai com'è, la detenzione non durerà ancora a lungo e sospetto che presto sarà tempo di ricominciare il nostro giochino vero?

Dovrò tornare qui a firmare per due settimane. Ci incroceremo spesso.

Ho capito che mi vuoi morto ma ogni tanto possiamo anche prenderci qualche pausa non trovi? Alla fine siamo qui, l'ultima volta che parlammo quasi amichevolmente ammetto che trovai interessante la conversazione, avrò mai la possibilità di conversare ancora una volta con te come allora?

Intendi prima che partecipassi a quel gruppo capeggiato da Ryan Gibbs, che uccise rancheri innocenti e, tra le altre persone, uno dei miei più cari e vecchi amici? O forse ci siamo visti qualche volta prima che il vostro esercito invadesse il mio mondo, lo distruggesse, seminasse il tifo tra tutte le persone che conoscevo. O più tardi, prima che le schegge di una vostra bomba si piantassero nel corpo di mio fratello, a Serenity Valley, prima che dovessi passare notti intere vicino al suo cadavere in putrefazione. Con "allora", intendi prima di tutto questo?

La guerra è guerra, entrambi abbiam perso persone a noi care in quel lungo conflitto, immagino, e purtroppo quando v'è una guerra del genere la devastazione è un'ovvia conseguenza. Piuttosto ora dovremmo concentrarci nell'aiutare i pianeti in difficoltà a risollevarsi ed a rendere il nuovo Verse un posto migliore in cui vivere, non versare invece ulterior sangue per una causa ormai persa. Non dico che la guerra stessa sia stata giusta, ma non possiamo cambiare il passato. Per quanto riguarda invece il MAC ed il bombardamento, m'era stato detto che quel ranch era un covo di criminali e sai bene che sto cercando di ripulire almeno un po' il 'Verse in tal senso. Ho solo seguito gli ordini in quello che credevo un giusto ideale.

Immagini?

Jack Rooster si alza in piedi di scatto, afferrando la sedia per lo schienale.

Hey, che fai, ricordati dove siamo!

Jack Rooster torce il busto, lancia la sedia contro Arkan McCorvin. Lo colpisce al braccio che lui usa per ripararsi.

Dannazione!

Due guardie entrano velocemente nella stanza. La prendono per le braccia e la sbattono contro il muro, per trattenerla, nonostante sia ancora ammanettata.

Devi ricordartelo, McCorvin. Quando pensi di essere al sicuro... non lo sei.