giovedì 18 ottobre 2012

my own kind of upset



"Perché ti turba?"

"Come perché mi turba? Non è chiaro perché mi turba?"

"Perché non vive su un'amaca dentro una sala macchine?"


Booze is the damn best truth serum you'll ever need.


sabato 6 ottobre 2012

my own kind of origins: the prairie waltz



Jack si sciolse i capelli e ci passò in mezzo le dita, cercando di sciogliere tutti i nodi. Avevano cavalcato dall'alba al tramonto raggiungendo finalmente il valico tra Monte Fuerte e Monte Santo. Le cime verdi affondavano in un cielo pieno di stelle in cui si smarrivano. Jack tese le mani per prendere la ciotola di fagioli che suo zio Sam le porgeva.

Sam era il più vecchio, là in mezzo. L'aveva portata con sé nonostante fosse una donna perché era sua nipote e perché sapeva che era tagliata per il lavoro. Resisteva a cavallo non meno degli altri ragazzi, e quando si trattava di guidare i manzi aveva un tocco speciale. Sapeva anche che stava bene nel gruppo: conosceva tutti i ragazzi che partivano con lui: ci era cresciuta insieme, e da ragazzini andavano tutti alla Valle de la Viuda a guardare i selvaggi e fare il bagno se l'acqua del fiume era tiepida. 

"Stanotte la copriamo tutta - disse Sam parlando mentre masticava. Passò gli occhi sul gruppo vario. - finché non passiamo il valico dobbiamo averci tutti gli occhi anche dietro la testa: oltre ai lupi, ci sta pure in giro la banda di Tom Walker"
Cain soffiò dalle narici come un toro: "quei fottuti bastardi ci rubarono quindici capi l'anno scorso... a casa mangiammo gallette per tre mesi."
Jack intanto mangiava. Ogni tanto guardava verso Bob Carson. Bob Carson era il più vecchio, dopo Sam: una trentina d'anni portati come se li portano i cowboy, una barba ispida che radeva una volta a settimana e il cappello calato sul volto così tanto che non gli si vedevano gli occhi sottili. Quando non c'era Sam, tutti pendevano dalle labbra spaccate di Bob Carson che, dal canto suo, parlava molto poco e perlopiù per metafore e massime. Tutti i ragazzi, abituati a percepire metafore e massime come perle di saggezza popolare, prendevano quindi molto sul serio qualsiasi cosa dicesse.
"Il primo turno di controllo lo fate voi due - disse Sam, e indicò Jack e Bob Carson. Non li scelse a caso: lui era il miglior tiratore, e se fosse successo qualcosa sua nipote sarebbe stata più al sicuro con lui - Hernandez e Gordon poi, i Barclay prima dell'alba. Con te, ragazzo" batté una mano sulla spalla dell'altro nipote: Cain. Cain aveva già ventidue anni e lavorava con lui da sei. Chris Barclay da due, Raul Barclay anche. Ma erano tutti stagionali: quando non c'era da spostare le mandrie, lavoravano ai cantieri dei ponti o nelle fattorie di zona.

Finirono di mangiare e tutti si misero a dormire tranne Jack e Bob Carson. Jack prese il vecchio fucile di famiglia e Bob Carson prese il suo fucile e un revolver. Sellarono i cavalli e iniziarono a fare il giro di quel lembo di valico, intorno intorno alla mandria che dormiva o brucava in silenzio. Jack montava una puledra pezzata piena d'energia, che lei però riusciva a contenere e indirizzare come nessun altro. Tanto che quella andava al passo accanto allo stallone baio di Carson che, per qualche motivo a tutti imperscrutabile, aveva chiamato "Asino". 

"Sam dice che hai fatto la guerra per le Verdes Hills" chiese lei ad un certo punto. Era un'altra guerra, un conflitto di proporzioni regionali - a nord, lontano da Sweet Waters - per il controllo di alcuni terreni, un migliaio di morti dalla parte dei perdenti - ma a Shadetrack sembravano tanti.
Bob Carson non disse niente, ma a Jack sembrò vederlo annuire. Rimase zitta per un po', arretrata. Poi tallonò i fianchi della cavalla, facendola avanzare in un buio fitto illuminato solo dalle stelle. Si affiancarono ad Asino.
"Hai fatto qualche battaglia importante?" chiese puntandogli gli occhi in faccia, o almeno cercando la faccia. Carson si sistemò la cinghia del fucile sul petto.
"Fort Stampede"
"Hell... gli sceriffati hanno dato le medaglie al valore ai sopravvissuti, vero?"
"Già"
"La tua dove ce l'hai?"
Carson voltò il capo verso Jack. Sospirò a fondo e si prese dalla tasca un sigaro. Staccò la punta con un morso e la sputò, accendendola con un fiammifero. Asino andava da solo sotto la pressione delle sue gambe.
"L'ho impegnata un mese dopo, per comprarmi un cavallo"
Jack si strinse nelle spalle. "Se ce l'avessi io una medaglia, me la terrei sempre sul petto" borbottò.
Carson rise e lei si sentì a disagio, tanto da chiedersi se avesse detto una cosa stupida: lui rideva di rado, e solo quando qualcosa lo divertiva sinceramente. Aveva una risata roca, e Jack desiderò di stringersi nelle spalle così tanto da scomparirvi in mezzo.
"You listen to me, kid - disse, e per la prima volta girò la testa verso di lei - you listen to me thoroughly: ain't nothing glorious, in war."
Non c'è niente di glorioso, nella guerra. A Jack sembrò che ci tenesse a farglielo capire, per cui annuì e tornò a guardare davanti a sé. Rimasero in silenzio fino alla fine del loro turno.


* * *

Notte dopo notte lungo il valico, Sam continuava ad assegnare Jack e Bob Carson allo stesso turno. Lei attaccava bottone ogni volta, tanto che alla terza sera di seguito Carson dovette iniziare a sbottonarsi un po'. Iniziarono a chiacchierare a voce bassa, Jack si illuminava ogni volta che diceva qualcosa che riuscisse a farlo sorridere, e più lui le dava retta più raddrizzava la schiena sulla sella della sua puledra. Bob Carson era un uomo abbastanza attento.

"Ci siamo andati una volta sola a Las Cruces, quando c'era la fiera del bestiame. Hai visto come ballano lì? Avevo visto della gente di Las Cruces a Mexican che ballava così, ma quelli che stanno lì sono un'altra cosa."

Erano davvero un'altra cosa. Indossavano abiti colorati e avevano tutti la pelle pura dei marroni. Volteggiavano su loro stessi e le donne allargavano le gonne portando le balze così in alto da farle sembrare ali, e nessuno si scandalizzava se mostravano le gambe tese che scalciavano in aria. E poi battevano i tacchi delle scarpe su ampi pavimenti di legno, e sembrava suonassero i tamburi con i piedi, ed erano così veloci e così vorticosi che così alati che avrebbero potuto spiccare il volo da un momento all'altro e nessuno l'avrebbe trovato strano. Provò a descrivere a parole ciò che aveva visto, ma non ebbe l'impressione di spiegarsi finché Carson non annuì: "hai visto ballare il Jarabe".
"Davvero?"
"Aye, è tipico di lì. Ballano il jarabe e il tango negro"
"Il tango negro?"
"Si balla in due e ci si tiene vicini"
Jack guardò la grande mandria a riposo attorno alla quale giravano: "io non so nemmeno ballare il valzer".
Carson allargò anche lui lo sguardo di lato, poi voltò di nuovo gli occhi verso la ragazzina: "vuoi imparare?"
Jack lo guardò poco convinta: "e che tu lo sai ballare?"
Lui scese di cavallo e le fece cenno di fare lo stesso. Asino e la puledra sembrarono felici di potersi fermare, si misero a brucare l'erba stanchi mentre i padroni si allontanavano di cinque metri. Bob Carson poggiò il fucile a terra, e la stessa cosa fece Jack che, ad onor del vero, lo guardava con diffidenza, nonostante ne fosse attratta. Lui le porse la mano, lei valutò il gesto. Si arrese quando lui piegò le labbra nel suo sorriso sottile e disse: "non mordo".

Ballarono il valzer e poi lei chiese come si ballava il tango negro, e lui continuò a ballare il valzer ma spingendosela più addosso, perché la verità era che il tango negro non sapeva ballarlo. Continuarono a ballare senza musica, Carson portò la mano della ragazza dalla spalla al petto, toccandole il polso, e Jack continuò a seguirne i passi guardandolo con gli occhi luminosi che hanno solo le persone senza conti in sospeso con la vita. Si baciarono e poi si stesero sull'erba. Lui aveva le mani ruvide ed entrambi odoravano di sudore e cavalli.


* * * 

Accadde altre volte, finché una notte non sentirono uno sparo. Erano ormai ad un giorno dalla fine del valico, e nessuno pensava che sarebbe più potuto accadere qualcosa. Jack si rimise gli stivali di fretta e Carson si calcò il cappello sulla testa, afferrando il fucile. Ci furono altri spari, di pistole diverse. Carson ringhiò "maledizione" e lei corse verso i cavalli mentre la mandria si agitava, gettandosi il suo fucile in spalla.
"Che pensi di fare?" chiese lui, tirandosi su Asino. "Vengo con te..." disse lei infilando i piedi nelle staffe. Afferrò le briglie col cuore che le sussultava. "Nay, you listen to me kid - disse lui, spinse Asino al fianco della puledra e afferrò la ragazza per un braccio, con un vigore che le fece male - sali il valico dove non arrivano le bestie e nasconditi". Lei non capiva. Spronò il cavallo a partire verso il campo dove c'erano suo zio, suo fratello e i suoi amici, ma Carson la spinse giù da cavallo facendola rotolare nella polvere. "Nasconditi" le ordinò ruggendo. Voltò il cavallo e andò a galoppo verso il campo, aggirando il bestiame agitato. Jack fu sicura di vederlo estrarre una pistola. Rimase a sentire il dolore della caduta per qualche secondo. Poi riprese il fucile che era caduto con lei e si mise in piedi, e solo quando sentì il terreno tremare si rese conto del perché doveva mettersi in alto, il più in alto possibile. Si voltò e, con il fucile stretto in pugno, iniziò a correre. Dietro di lei galoppavano duecentotrenta manzi imbizzarriti, pronti a calpestarla non appena fosse inciampata.


* * *

Rimase nascosta sulle pareti del valico per almeno un'ora, agitata come una foglia al vento e sentendosi tremendamente stupida per tutto il tempo degli spari. Quando la situazione le sembrò più quieta recuperò il cavallo e si mise a radunare le bestie che intanto si erano calmate. Pregò con tutta se stessa che il grosso della mandria fosse scappato dove gli altri sarebbero riusciti a raccoglierlo, e con il cuore in gola condusse una quarantina di capi verso il campo, girando loro intorno e sentendo da lontano gli hi-haa di suo fratello. Arrivò al trotto, con la testa così bassa che riusciva solo a vedere la sella della sua puledra.

"Ce ne sono altri?" chiese Chris spronando il cavallo per girare attorno alla piccola mandria che Jack portava con sé, per compattarla al resto degli animali che avevano recuperato. Lei scosse piano il capo e lui imprecò a voce alta. Poi volse il cavallo e trottò verso lo zio Sam. "Ne avrà quaranta" gli urlò, e Sam si passò la mano sulla barba.

Jack alzò gli occhi solo quando non poté più proseguire senza guardare dove metteva gli zoccoli. Ebbe un tuffo al cuore quando mise a fuoco la vallata: la prima luce dell'alba illuminava i dorsi della mandria stanca e disordinata, ridotta di numero. Jack non avrebbe saputo dire quanto, ma era sicura che fossero di meno. Molti di meno. "Sam, ne mancheranno tra i cinquanta e i sessanta" le venne in aiuto Hernandez, che si steccava intanto un braccio stringendogli contro un ramo secco. Jack lo guardò preoccupata, ma non osò dire niente. Andò invece a cercare con gli occhi Bob Carson, ma lui non ricambiò lo sguardo.

"Venite tutti" disse ad un certo punto Sam, e come degli agnelli attorno al pastore tutti si raccolsero attorno a lui scendendo dai cavalli, con le facce scure di chi ha già perso. Per la prima volta in vita sua Jack Rooster si sentiva sconfitta, ma non per l'ultima. Guardò suo zio e ascoltò ciò che doveva dire. "Ne mancheranno sessanta... con sessanta capi in meno non ci vengono abbastanza soldi da pagarci tutti, e perdiamo il ranch Lincoln come cliente finché non ci piantano una croce sul petto. Se Tom Walker e i suoi non sono stupidi come dei fottuti muli, saranno diretti verso le sorgenti di Rio Rawlins, facendo i sentieri sulle pareti del valico... dobbiamo tornare indietro."
I ragazzi si guardarono in volto, Jack invece non guardò nessuno.
"Ma i capi rimasti..."
"Ci stiamo separando - disse ad alta voce lei, con la lieve irritazione di chi è costretto a spiegare l'ovvio - un gruppo resta ad aspettare e uno rincorre Walker."
Suo zio la corresse: "nessuno sta ad aspettare: le bestie hanno bisogno d'acqua"
"Le portiamo al Lincoln ranch?" chiede Raul, in una spinta di iniziativa.
Intervenne Bob Carson: "nay - e Jack lo guardava già con gli occhi che le erano diventati due volte più grandi - al Lincoln non ci possono vedere arrivare con sessanta capi in meno. Dovete uscire dal valico e portarli al fiume Shenandoah. E poi aspettarci lì."
"Ci divideremo così - disse Sam contando la gente. Quando passò gli occhi su Hernandez, il ragazzo sollevò il braccio steccato come risposta sufficiente. - Hernandez, Gordon, Jack e Raul: voi condurrete la mandria al pascolo sulle rive del fiume. Io, Cain, Barclay e Carson ci mettiamo sulle piste di Walker. Dovremmo riuscire a recuperarli in un paio di giorni..."
"Io posso esservi utile - protestò Jack, dondolando gli occhi tra Carson e suo zio - seguo le tracce meglio di chiunque, Raul mi ha visto farlo - Raul si strinse nelle spalle - per mezzo miglio mi ha visto farlo, ma le so seguire anche per tratti lunghi, e..."
"You stay here, kid" disse Carson rimontando a cavallo. Tutti gli altri fecero lo stesso.
"But I wanna com' with ya guys"
"We know ya do, kid. But ya ain't doin' what ya want, ya doin' what ya're told"
Jack non ebbe niente da ribattere a proposito. Abbassò la testa e non guardò Carson che si allontanava, né suo zio, né suo fratello.
"Partiamo tra dieci minuti?" chiese Raul con cautela, guardandola salire a cavallo.
"Partiamo ora" disse lei con il muso che le arrivava a terra, e andò a mettersi in coda alla mandria per spingerla a partire.


* * *

Due giorni dopo erano fuori dal valico. Mentre mettevano il campo prima del buio, Jack andò ad arrampicarsi su un albero solitario, con un tronco nodoso e antico, e passò del tempo ad assottigliare lo sguardo sull'orizzonte. Cercava di vedere gli altri tornare con i sessanta capi, ma sforzò gli occhi invano. Quando il sole calò dietro il valico, scese dall'albero e andò a fare il fuoco. Si riscaldò una scatola di fagioli in silenzio, mentre Hernandez e Gordon cantavano una canzone e Raul stava zitto anche lui, alzando ogni tanto gli occhi su di lei.

"State zitti?" chiese Raul mentre mischiava i fagioli.
"Oh, che ti prende?" chiese Gordon gonfiando il petto.
"Sta nervoso" osservò Hernandez scuotendo il capo.
"Che cazzo di casino vi viene voglia di fare? Con quello che è successo?"
"E allora? Mica è morto nessuno
"Ci hanno fottuto da sotto il naso un quarto di mandria, non c'è manco da festeggiare" protestò Raul incupito. Jack continuò a non dire niente, non li guardò nemmeno in faccia. Mangiò la sua scatola di fagioli e poi si alzò in piedi. "Non prendi il cavallo?" chiese Raul, guardandole le spalle mentre si metteva il fucile a tracolla. Jack non rispose e andò via. Il buio si richiuse dietro di lei.

La mattina dopo Hernandez svegliò Raul a calci: Jack non era tornata a svegliarli per il loro turno, né a dormire. Raul saltò in piedi e si infilò la camicia. Saltò sul cavallo anche prima di abbottonarla e fece due volte il giro di tutta la mandria prima di vederla poggiata con la schiena contro un albero, con il fucile in mano e la testa pesante rivolta verso la mandria. Si sorprese quando, avvicinandosi a lei, si rese conto che dormiva.

"Jack..." la svegliò sfiorandole appena una spalla. Lei trasalì e le mani le si serrarono attorno al fucile. Raul alzò le mani e lei si rilassò quando lo riconobbe.
"Merda... mi sono addormentata..."
"Perché non sei tornata al campo?"
"Ho... ahm, ho pensato che facevo la guardia io stanotte, e che se tornavano li beccavo..."
"Jack... a quest'ora gli altri avranno già ripreso la mandria e li avranno messi in fuga..."
"Dici?"
"Aye, ne sono sicuro."
Raul si sedette accanto a lei e le sfilò delicatamente il fucile dalle mani.
"Sono stata un'idiota. Non sono stata buona neanche ad evitare che la mandria si disperdesse... potevo salire sul cavallo e provarci, e invece niente. Carson mi ha detto di nascondermi e io mi sono nascosta. Neanche i topi."
"Carson ti ha detto bene, saresti stata travolta"
"Non lo sai. E comunque a te neanche piace, Carson".
Raul sospirò mettendosi più comodo. Si cercò nelle tasche il tabacco, ma si era svegliato così di corsa che non aveva fatto in tempo a prenderlo. Quindi andò più a fondo, nei taschini della camicia, riuscendo a ripescare i fiammiferi e una sigaretta fumata solo per metà.
"Che poi perché non ti piace?" chiese lei voltando la testa per guardarlo in faccia.
"Non lo so - lui si fece più cupo ed evasivo - certe cose... well, le senti. E comunque non ha mai fatto niente per farsi piacere."
"Come fai il difficile" protestò prendendogli la sigaretta dalla mano e infilandosela tra le labbra senza troppi complimenti.
"E a te perché piace così tanto, comunque?" lui accese un fiammifero e glielo avvicinò alla faccia.
Jack dovette pensarci qualche istante. Fece un paio di tiri, rilassò il busto sul tronco dell'albero e guardò il sole che sorgeva all'orizzonte.
"E' tipo che... non ha paura, no? Sembra che non gli fa paura niente. Deve essere un bel modo di vivere" disse lei, e lui non capì cosa volesse dire.
"Vuol dire solo che è uno che muore presto" borbottò Raul guardando anche lui l'alba, e neanche lei capì che cosa stava dicendo.
Rimasero lì a non capirsi ancora per un po'.


* * *
Bob Carson. Shadetrack, 2498.










my own kind of things I oughta burn


Jack Rooster gioca con uno zippo metallico. E' il ventotto settembre duemilacinquecentoquattordici e, per l'Exodus Day, non brucerà niente neanche quest'anno. L'ultima volta che bruciò qualcosa fu nel duemilacinquecentodieci, circa nove mesi prima della fine della guerra, la sconfitta della sua gente, la morte di suo fratello. In quella occasione scrisse su un foglietto la parola "sola" e lo gettò nel fuoco. Era un simbolo: voleva dire che al suo ritorno, se l'avesse trovato ancora su Shadetrack, avrebbe sposato Chris Barclay come lui le aveva proposto prima di partire. Quell'anno Jack Rooster aveva fatto ventott'anni, e non vedeva l'ora di appendere le pistole al chiodo. La verità è che si stava buttando anche la guerra alle spalle: sarebbe andata come sarebbe andata. Vittoriosa o sconfitta, sarebbe tornata a casa dalla sua famiglia, e avrebbero vissuto. Anche con l'Alleanza, non le importava più: fosse stato per lei avrebbe lasciato la guerra da un pezzo. Ma non era un disertore, né lo era suo fratello. E lei non se ne sarebbe andata senza di lui. Si sentì più leggera, dopo aver bruciato la solitudine. Una vita tranquilla, una casa a Mexican, ma non al centro della città. Le grandi praterie di Sweet Water tutte intorno, le cime rotondeggianti de La Trinidad a vista. Un figlio, magari, se anche Chris l'avesse voluto. La vita che meritava e che adesso voleva. 

"Che bruci?" chiese a suo fratello.
"Ho un brutto presentimento" rispose lui.
"Che presentimento?"
"Non lo so. Il presentimento che qualcuno brucerà il mio nome".

E' di nuovo il ventotto settembre duemilacinquecentoquattordici. Le cose non sono andate come previsto. Jack Rooster recitò la preghiera dei naviganti. "Ma l'abisso ti guarda dentro", ricordò. Non bruciò niente.