sabato 9 novembre 2013

my own kind of ghosts



Al tavolo dove mangiava tutte le sere, di fronte al camino che aveva visto lei e Cole Scott felici, per una notte brevissima. Sulla veranda da cui aveva puntato il fucile in attesa che arrivassero i desperados dei tre fratelli Bolton. Nelle stalle dove aveva tenuto Shamrock, tra i cavalli che aveva curato, ormai vecchi. Nella sala in cui avevano tenuto il corpo ripulito di Buck Blackbourne, con le mani sul cuore e il browncoat macchiato. Nell'infermeria dove l'avevano vaccinata, lungo i campi in cui aveva rischiato la vita contro scorpioni geneticamente modificati grandi come pecore. Dietro la finestra che guardava mentre progettava un omicidio. 

Jack Rooster si muove nella bella casa colonica e la casa le parla di quando c'era Ritter a difendersi dietro i muri, di quando c'era Sterling a bussarle alla porta e Roona Mei Wilson a scartare regali. Le parla di quanto ha dato, quanto ha preteso, quanto non le è stato restituito. Parla di tutti i pugni dati ad Arkan McCorvin e di quando fu cacciata, e il giorno dopo aspettò la squadra di alleati al Crazy Horse Saloon. Parla di Jimbo nascosto in cucina e del ruggito delle notti senza luna. Segue sul pavimento le tracce di una nostalgia piena di rancore. Conta sulle tacche del mauler le volte che ha rischiato la vita per gente che non l'avrebbe rischiata per lei.

"Ammiraglio, è tutto pulito. Procediamo?"

La voce nell'auricolare sfrigola. 

"Aye. Prendete le provviste, e il bestiame. Prendete ogni cosa."



Never took the chance to be
Something I thought I lacked
The only things I give away
Are things I don't want back

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