domenica 28 luglio 2013

my own kind of house that looks like it might become home



Mrs. Carmichael versava il caffè in cucina. André, Jack e Bolivar erano seduti in fila sul divano. 

"Mettiti dritto" aveva detto lei a Vandoosler. A Bolivar invece: "allacciati l'ultimo bottone della camicia". Era una camicia nuova e stirata, e tutto ripulito e sbarbato il 'rocker era proprio bello. Lo era anche André, ma non ci aveva fatto troppo caso.

Avevano entrambi la faccia pesta. Jack si era affrettata a spiegare il perché: avevano combattuto contro feroci criminali uscendone vincitori (i lividi erano segno della loro profonda abnegazione e senso del dovere). 

"E come pensate di ristrutturare il ranch?" chiese la signora, tornando nel soggiorno con un ampio vassoio (accanto alle tazze c'era la torta di more portata dall'ammiraglio Rooster). André aprì la bocca, ma Jack si sbrigò a rispondere per prima: "pensiamo di iniziare con qualche capo di bestiame e cavalli, perlopiù. Abbiamo visto che in quella zona c'è una mandria di buckskin allo stato brado, e conosciamo altri ranch che possono farci buoni prezzi su un paio di stalloni".

Mrs. Carmichael annuì pensosa: se aveva abbandonato il ranch a se stesso un motivo c'era. Porse una tazza al bel ragazzo biondo, che sorrise e disse "mercì", e un'altra tazza al bel ragazzo con gli occhi blu, che sorrise e ringraziò come se dovesse inciampare sulle proprie parole. "Scusami, Jacklyn - disse passando la terza tazza a Jack - pensavo dovessi venire con tuo marito".

Jacklyn sgranò gli occhi. Fulminò André con lo sguardo prima ancora che potesse ridere, rivolgendo poi alla vedova uno sguardo mortificato: "io non sono... cioè, non sono mio marito, nessuno di loro è mio marito: non ho un marito - boccheggiò - ma ho lavorato nei ranch per metà della mia vita, e sono perfettamente in grado di..."

"E i giovanotti hanno lavorato nei ranch?"

Le spalle di Jack si arresero. Ritirò il busto indietro sprofondando un po' nel divano, e iniziò a mormorare rimproveri inudibili con le labbra nel caffè, visibilmente imbronciata. 

Renee evitò di rispondere tuffandosi direttamente nel caffè. Dondolò gli occhi blu sul compagno di cabina, che confessò con nonchalance: "io rubavo cavalli". 

Mrs. Carmichael rise, profondamente divertita dallo scherzo. Jack colse la palla al balzo e si sforzò di ridere anche lei, dando una pacca sulla spalla del 'tracker alla che spiritoso, ma facendola uscire decisamente più vigorosa di quanto i denti esposti lasciassero immaginare. "E Bolivar è bravissimo a riparare cose" si affrettò a dire. "Bravissimo..." ripeté lui poco convinto, dondolando il capo a suggerire tutt'altro. La Carmichael rise di nuovo. Risero tutti insieme a lei, perché sarebbe stato poco educato fare altrimenti.

Parlarono ancora un po', perlopiù di ciò di cui voleva parlare la vedova: del suo defunto marito, del suo defunto figlio morto in guerra col grado di ufficiale, di come fosse noto a tutti che il pastore della chiesa principale di Timisoara avesse il vizio dell'alcol. Parlò anche di Black, di come non vedesse un'impiccagione dal lontano duemila cinquecento e dieci e dell'alta forca permanente che c'era sulla piazza principale della città. 

"Bene, ragazzi miei - disse infine, dopo numerosi caffè e biscotti - siete dei bei giovani, rispettabili: avrete in gestione il ranch, lo sistemerete e potrete usarlo. Mi basterà una piccola parte del ricavato, una percentuale: un dieci percento, d'accordo? Un dieci percento al mese un po' di chiacchiere la domenica dopo la messa - sorrise ampiamente ad André - tornerete a messa, no?"

Lui non parve d'accordo, ma ricevette la decima gomitata nel giro di poche ore. "Certo che verremo, miss's Carmichael. - intervenne Jack con slancio - ogni volta che saremo a Timisoara, di certo".  

"Molto bene - disse soddisfatta la vedova, strofinandosi le sottili mani ossute sul tessuto della gonna, all'altezza delle ginocchia - e ditemi, adesso: un altro po' di caffè?"

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