venerdì 6 gennaio 2012

my own kind of heart that exploded (part. 1)




"Perché sei qui"

Il sangue mi si gela nelle vene e mi dimentico per un attimo di trovarmi qui dove sono, a Capital City, in questa grande città che mi è straniera e ostile, con un cappotto marrone addosso che mi ha guadagnato gli sguardi dei passanti. Guardo Anne e la vedo con i capelli più corti, qualche ruga agli angoli degli occhi, più matura in vestiti neri, col collo coperto, bella come sempre, così bella da mettermi in soggezione, da farmi chiedere se io sono invecchiata, come, quanto, se dovrei sorridere per farmi riconoscere in quella che ero quasi dieci anni fa.

"Anne... ci ho messo tanto, scusami... è perché non riuscivo a trovarti, sei sparita dalla circolazione e..."

"Perché sei qui, Jack?"

"... e sono due anni che vi cerco..."

"Ti servono soldi?"

C'è qualcosa di sbagliato. Il colpo mi fa tirare la pancia in dentro, mi stringo nelle spalle. Provo a sorridere, ma sulla faccia sento solo la neve che mi cade addosso.

"Anne, no, sono... sono venuta a prendervi"

"Non c'è nessuno da prendere, Jack"

"Anne, Cain è... lui è morto, vi resto solo io..."

"Solo tu?"

Nei suoi occhi bruni vedo un velo opaco di rabbia e durezza, dietro il quale si affaccia uno sguardo triste, distante.

"Solo tu? Non ti vedo da otto anni... chi credi di essere? Sei una sconosciuta per me quanto lo sei per mio figlio. Io mi sono risposata, Jack. Ho iniziato una nuova vita."

C'è qualcosa di sbagliato. Mi trema una mano. Solo una mano, penso che sia il freddo.

"La guerra ci ha portati lontani, Maryanne. Non è ciò che volevamo, Cain vi amava più di ogni cosa... e io vi ho cercato, non ho fatto altro che cercarvi. Pensavo di ritrovarvi a Shadetrack, ma..."

"A Shadetrack? Quando ti aspettavi di trovarci? Dopo i bombardamenti? Oppure dopo l'epidemia di di tifo due? Vostra madre, Jack, vostra madre è morta delirando e chiamando i vostri maledetti nomi, mentre voi eravate in un altro sistema. Quando è morto anche tuo zio, Jack, dimmelo tu, che avrei dovuto fare? Shadetrack era distrutta, e avevo un figlio a cui pensare"

Mamma è morta di tifo. Io ci penso e il pensiero trova la sua eco. E' quello il momento in cui mi rendo conto di avere la testa leggera. Forse non è leggerezza: è il senso di vuoto di quando scendi di quota troppo rapidamente, e il cuore ti arriva fino alla gola. Ora sto perdendo quota, è chiaro.

"E ora come ti permetti di venire qui, a dire che vuoi portarci via! Portarci via? Ma dove, Jack, dove diavolo pensi che potremmo andare, con te? Come fai a pensare che ci sia la benché minima possibilità per te di poterti solo avvicinare a noi, dopo quello che ci hai fatto!"

"L'ho fatto per proteggervi..."

"Smettila! Smettila di ripeterlo!"

Alza la voce. Mi fa paura, Maryanne, quando urla. Faccio un passo indietro e mi rendo conto che adesso mi trema tutto il corpo, dai talloni fino alla base del collo.

"Smettila di ripeterlo! Se avessi voluto proteggerci saresti rimasta con noi! E se fossi stata in grado di proteggere qualcuno lo avresti fatto, con Cain!"

"..."

"Ti ho chiesto una sola cosa, tua madre ti ha chiesto una sola cosa, Jack: di riportarlo vivo a casa. Non l'hai fatto. Ed è giusto che sia andata così: è giusto avervi perso, entrambi. Mi ha permesso di riniziare, di fare ciò che era meglio per Sean..."

"Anne... mi dispiace così tanto... ti prego, fammi vedere il bambino"

"Non puoi"

"E' mio nipote"

"Lo era, forse. Adesso si chiama Sean Suri. Io mi chiamo Maryanne Suri. Certi nomi aprono delle porte, Jack, e mio figlio adesso ha tutte le porte aperte, una vita davanti, un..."

Non la sento più. Continua a parlare, ma tutto ciò che riesco a fare è osservare il bambino che è apparso in casa, dietro quella porta socchiusa dalla quale si affaccia. Imbronciato, con quei capelli neri e gli occhi di due colori diversi, uno castano e l'altro di un verde scuro e torbido, un po' opaco. Un'espressione colma di disappunto e intenta nell'investigazione della sconosciuta che si trova di fronte: me. E' un bambino bellissimo, di otto anni. E' Cain. E' il figlio di Cain.

Faccio un movimento brusco: copro la distanza tra me e Anne, provo a superarla di lato, provo a raggiungere mio nipote. Lei spalanca gli occhi, irrigidisce i muscoli. Negli occhi del bambino c'è un lampo di tensione, ma non indietreggia, neanche quando la madre si frappone tra noi due, mi afferra le spalle, mi spinge indietro con tutta la forza che ha. Io insisto, lei prova a colpirmi sul volto, mi spinge di nuovo, mi dà un pugno su una spalla. Quando faccio qualche passo per sottrarmi alla sua rabbia, lei continua a provare a colpirmi con una foga che mi fa inciampare. Cado di schiena, la neve attutisce il colpo.

"Sean..." provo a chiamarlo, ma lei è più veloce. Lo spinge dentro casa, rientrando anche lei.

Mi guarda dalla soglia.

"Per me sei morta, Jack. Come tutti i Rooster di questo dannato 'Verse".

Poi chiude la porta, sbattendola fuori.

Io adagio il capo nella neve, aspettando per rialzarmi in piedi. Resto immobile per interi minuti, pregando affinché la terra mi divori portandomi via dalla faccia di questo dannato 'Verse.







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