giovedì 28 novembre 2013

my own kind of farewell, part III: Ed




21:13 Jack [almost home]   « la nave è sempre trafficata, ma in quel momento particolare c'è meno gente del solito. Lei ha colto l'occasione per riempire di caffè due tazze di latta e dirigere verso la cabina condivisa di Moloko ed Eivor. Ferma dietro il portellone e con le mani occupate, opta per bussare con la punta di un solido scarpone, in maniera poco delicata. » ci sei? « chiede a voce alta, decisamente meno roca del solito (qualcuno potrebbe aver notato che non beve né fuma da un po'). Indossa una camicia a scacchi di flanella, maniche rimboccate, lembi fuori dai pantaloni (stranamente). Due shell dholes nelle fondine ascellari e i capelli raccolti che odorano ancora di freddo, segno di come sia rientrata sulla nave da poco. »

21:17 Eivor [ almost home ]   Aye. «  E infatti, è lì, sulla sua branda, in tuta e capelli raccolti in una specie di crocchia scomposta che vuole nascondere il fatto che siano luridi di pioggia e polvere. La stoffa dei suoi indumenti è morbida, comoda, perfettamente incolore. Ha passato diverse settimane nella giungla, e questi devono essere i suoi giorni di riposo nelle retrovie. Non appena Jack entra, lei chiude al volo una conversazione tramite c-pad.  » Ti richiamo. «  L'ammiraglio non fa in tempo a scoprire chi fosse il suo interlocutore -ma forse, con un po' di immaginazione, può arrivarci; in fondo, Eivor sembra di buonumore.  »

21:21 Jack [almost home]   « si affaccia oltre il portellone, e lo sguardo opaco trova la testa bionda della pilota senza grandi difficoltà. Gli occhi rotolano per un istante sul cortex pad, ma non fa domande in proposito. Invece finisce di entrare, e nel farlo solleva appena le due tazze di latta piene di caffè caldo, a scopo dimostrativo. » hai mangiato qualcosa stasera? « glielo chiede senza alzare troppo la voce, e mitigando un minimo l'accento stretto di Shadetrack. Le basta qualche passo per coprire le distanze e allungarle la sua tazza »

21:24 Eivor [ almost home ]  «  Siede a gambe incrociate, con la schiena premuta contro il cuscino che la separa dalla freddezza della parete di fondo della cabina 9d.  » Mi sono dimenticata. «  Ammette, raccogliendo con un cenno di ringraziamento la tazza che le viene offerta. E a tutta prima la usa semplicemente per scaldarsi le mani, allungando le dita contro il metallo caldo, con l'intenzione di carpirne il tepore.  » C'è bisogno di me in plancia? «  Chiede, tradendo un pizzico di apprensione automatica ed occhieggiando il caffè, come se dietro l'offerta ci fosse, di base, la necessità di restare svegli.  »

21:29 Jack [almost home]   poi ti metto qualcosa in un piatto. « il tono è calmo, vagamente spento, in linea col volume della voce abbastanza contenuto. Mollata la tazza ad Eivor, lei volta il capo per inquadrare il letto di Moloko. Indietreggia di qualche passo con cautela, attenta a non rovesciare il suo caffè, e mentre si siede sul materasso sottile scuote leggermente il capo. » mh. Nay... « si spinge la lingua contro l'interno di una guancia, passando gli occhi dalle proprie mani al volto di Eivor. » ma mi hanno detto che se non bevo alcol è meglio. Perché tra qualche mese mi nasce un figlio. « c'è una certa distanza tra il tono placido e attento con cui dice quelle parole e l'assoluta assurdità della notizia. Seduta sul letto, distende e rilassa la gamba destra. »

21:34 Eivor [ almost home ]   Faccio da me. «  Lo dice blandendo l'aria con una mano, dando l'impressione di non aver minimamente sentito quello che lei le ha appena detto.  » Domani mattina c'è un'altra squadra che par.. «  Si ferma, come se fosse stata folgorata da un'illuminazione. I neuroni, probabilmente, sono riusciti a veicolare soltanto adesso l'informazione dalle orecchie al cervello. Si gira -fino ad un momento prima le offriva il profilo- e la guarda come se le avesse appena detto che la Confederazione ha vinto la guerra.  » Scusami, non credo di aver sentito bene. «  Ma deve averci sentito benissimo: perché la prima cosa che fa è puntare gli occhi sulla pancia di Jack. Con l'impressione di volerle scavare sotto la carne, in un esame pelvico brutale e, per fortuna, a distanza.  »

21:38 Jack [almost home]   « sembra vagamente a disagio. Usando la stessa cautela, tira indietro il bacino sul letto, alla ricerca di una posizione ottimale per la gamba. Finisce per poggiare la schiena contro il muro e avere entrambe le gambe distese sul materasso - ci mette il tempo che serve ad Eivor per tornare sulle sue parole -. le labbra svirgolano di lato in un quarto di sorriso che le scivola di dosso rapido quanto ci è arrivato. » sono incinta. « ripete, e intanto solleva di poco la tazza di latta, avvicinandosela al volto e inspirando l'odore pungente del caffè. » è di Bolivar. « aggiunge. Non lo sembra ancora - non molto, almeno: la camicia tenuta fuori dai pantaloni le sta sul ventre abbastanza lenta, e non permette grandi esami »

21:44 Eivor [ almost home ]  «  Guizza: la tazza, intonsa, viene sbattuta contro un ripiano qualsiasi ed abbandonata. Nella concitazione, parte del contenuto scivola fuori. Un secondo dopo è sul letto di Moloko, al fianco di Jack, che tenta di prendere con brutale irruenza per le spalle.  » Puttana schifa, non sei neanche sposata. «  È, a quanto pare, la prima cosa che le viene in mente; se il puttana schifa sia diretto proprio a Jack, è difficile a dirsi. Ma a quanto pare la questione morale viene rapidamente seppellita sotto una valanga di entusiasmo che sprizza da ogni minimo poro della pelle di Eivor.  » Gesù santissimo. «  È la seconda cosa che le viene da dire, seguita da una terza..  » Jack, «  la guarda serissimamente. » questa è una notizia bellissima.

21:49 Jack [almost home]   « e dire che ci ha messo tanta cura a non versare il caffè. Il fatto che Eivor piombi sul letto è abbastanza per regalare a Moloko una macchia nera sulla coperta, e lei tenta di arginare il resto dei danni spingendo il busto in avanti e tendendo la tazza oltre il bordo del letto. » the hell-- « mormora nella concitazione di Eivor, a mezza voce, un attimo prima di essere abbrancata per le spalle. Sposta di nuovo gli occhi, ora spalancati, sul volto chiaro della pilota. Schiude le labbra, boccheggia qualche istante » io trent'anni e passa ce li-- « ma smette di argomentare la risposta al"puttana schifa" quando Eivor dice la sua. Allora sospira, e sul fondo nero delle pupille qualcosa sembra sciogliersi. » non--« tira su col naso, incerta » non pensavo neanche che... sai quante volte mi hanno sparato? « aggrotta le sopracciglia » non ci pensi che ti può capitare, dopo che t'hanno sparato così tante volte...

21:54 Eivor [ almost home ]  «  Le stringe le dita intorno alle spalle e la guarda con gli occhi più stralunati che Jack le abbia mai visto fare; della macchia sul letto di Moloko quasi non s'accorge, né si accorge se qualche spruzzo è finito anche addosso a lei.  » È un miracolo, Jack. «  Conviene, annuendo, senza riuscire a tenere lo sguardo fisso sulla sua faccia; è più forte di lei, ed ogni tanto continua a far scivolare un'occhiata verso il basso.  » Adesso vi dovete sposare. « Deduce rapidamente, facendo i conti senza l'oste. Senza la taverna, addirittura.  » Prima che nasca il bambino. O la bambina.

21:58 Jack [almost home]   « si china di lato quel tanto che basta a poggiare a terra la tazza, e subito dopo si pulisce la mano appiccicosa di caffè sulla parte alta dei pantaloni. L'idea del matrimonio l'acciglia appena, strappandole un sospiro molto leggero. » aah, ay. Cortes ha detto la stessa cosa. Te l'ho mai detto che mia madre non s'è mai sposata? « tira su col naso e riporta indietro il busto che tiene voltato in avanti e fa aderire di nuovo al muro. Per vedere Eivor direttamente, ruota soltanto il capo. » mi hanno detto che... « piega le labbra su una linea obliqua, mostrando qualche tentennamento un po' sofferto. Sembra le ci voglia uno sforzo per andare avanti. » che non mi devo più far sparare, se non voglio... « poggia la nuca contro il muro. » non posso più stare qui.

22:02 Eivor [ almost home ]   Ci avrei scommesso: il fatto che tu sia nata fuori dal matrimonio spiega il quantitativo di merda che t'è volata in faccia nella vita. «  Tutto sembra quadrare, anche se maldestramente, negli schemi di vita che le sono stati inculcati nella testa. La lascia andare a fatica, quando lei torna a poggiarsi contro la parete, ma non accenna a tornare sul proprio letto.  » Certo che non devi più farti sparare. «  Concorda con un cenno, prima di sentire il resto. Qualcosa, negli occhi, le si spegne -come se Jack avesse premuto un interruttore segreto o tirato via il cavo della corrente.  » You're leaving.

22:07 Jack [almost home]   « si stringe nelle spalle e le scrolla un modo vagamente brusco: non sembra d'accordo con la teoria di Eivor, ma a parte un'occhiata un po' storta non argomenta posizioni contrarie. Rilassa invece le braccia e se le poggia in grembo, i polsi adagiati sulla tela ruvida dei pantaloni che le fasciano le cosce. La deduzione della pilota le apre sul viso un sorriso morbido, dolce e malinconico come un tramonto invernale. » aye. I'm leavin'. « conferma piano, e per quanto le parole siano poche, la voce sembra quasi spegnersi nel petto. » torno a Shadetrack. Ho un'idea, una mezza idea...« dondola piano il capo » di vendere il Den, unire quei soldi ai risparmi. « china di poco il mento e si guarda le mani » comprarci del fertilizzante. Quello della Blue Sun. Portarmi dietro Sterling, Ritter, e famiglia. Provare a... « assottiglia le palpebre » ricostruire qualcosa.

22:14 Eivor [ almost home ]  «  Si curva in avanti, facendo sì che i gomiti trovino il supporto delle gambe. Ha la testa china e le dita infilate fra le ciocche chiare; come se sulle spalle le si fosse schiantato qualcosa di grosso.  » You're quitting. «  Ripete asciutta, aggiungendo un'accezione leggermente diversa allo stesso concetto. La ascolta in perfetto silenzio, prima di sollevare di nuovo la testa e rivolgerle uno sguardo umido -non solo di tristezza.  » Fallo. «  Annuisce, senza cambiare posizione.  » Alla fine, tutti hanno bisogno di una casa. Anche Jack Rooster. «  Torna a guardare di fronte a sé -più o meno all'altezza del proprio letto. Prosegue, poco dopo, ad occhi socchiusi.  » Sarete una famiglia allargata. O qualcosa del genere. E vi darete una mano a vicenda ed i bambini cresceranno tutti insieme come fratelli. Ed avrete la vostra terra ed un pezzettino di cielo.

22:19 Jack [almost home]   « you're quitting. Le spalle sussultano come se una scarica elettrica le avesse risalito in un attimo la spina dorsale. C'è una sofferenza vagamente tignosa, insoddisfatta, nel lampo che le attraversa gli occhi. Ma un secondo dopo se ne è già andata, proprio mentre Eivor le dice "fallo". Le cerca di nuovo gli occhi con i suoi - e per una volta non sono annebbiati da un velo opaco, ma animati da un verde scuro, brulicante, colmo di attesa, ostinato e allo stesso tempo terrorizzato dal disorientamento. » e magari aspetteremo te, mh? « un sorriso debole, che diventa poco convinto quando, malvolentieri, aggiunge » e Haggerty. « solleva gli occhi al soffitto » sei proprio sicura, di Haggerty? « vaghissima esasperazione »

22:25 Eivor [ almost home ]  «  Si gira verso Jack. Sta sorridendo, anche se è un sorriso un po' triste, come le pieghe agli angoli degli occhi ed il lucore nelle estremità opposta.  » Someday. «  Promette, all'ammiraglio e anche a se stessa. La prima risposta alla sua domanda è una risata leggera che vibra fra le parete metalliche della cabina. È una risata che non nasconde neanche un pizzico di dubbio.  » Come non sono mai stata sicura di niente in vita mia. «  Si raddrizza un po'; fino ad un momento prima, la schiena era incurvata. Ma a quanto pare, certi discorsi richiedono le vertebre ben allineate.  » Lo amo più di quanto abbia mai amato tutte le persone che ho amato messe insieme. «  Spiega pacatamente, senza neppure arrossire: così come non arrossirebbe se dovesse dichiarare il colore del mare.  » E lo amo come non mi sembra possibile che nessun altro essere umano abbia mai amato altro essere umano, perché altrimenti nessuno vorrebbe davvero perdere il proprio tempo a fare la guerra. Qualsiasi guerra, Jack. Persino, questa.

22:30 Jack [almost home]   « le parole di Eivor reclamano il suo sguardo, e lei non lo nega. Inarca appena le sopracciglia nere, in un moto di sorpresa un po' smarrita, a una dichiarazione tanto aperta e sicura. E deve essere proprio quella sincerità che le arrende le spalle, piombandole verso il basso, rilassate, e le riempie i polmoni di un sospiro fresco, mitemente rassegnato. » you know what. You're right. « abbassa appena il mento staccando così la nuca dal muro, mentre quel sorriso vagamente amarognolo, ma sicuramente spontaneo, le riempie obliquamente una guancia. » someday, then. Alla fine aveva ragione chi diceva che-- « scuote pianissimo il capo » non si può combattere per sempre, mh?

22:36 Eivor [ almost home ]   Yes. Yes, I'm right. «  Si alza in piedi, tornando a recuperare la propria tazza di caffè. Adesso è quasi freddo, e sembra che lo beva più per riempire i silenzio fra una frase e l'altra, più che per mettersi in corpo qualcosa di cui nutrirsi.  » Aye. Chi lo ha detto, la sapeva lunga. «  Per qualche momento è semplicemente persa nel turbine dei propri pensieri. Una ruga abbastanza profonda le scava la fronte, proprio sopra al setto nasale.  » Jack. «  Cerca di attirarne l'attenzione, come se fosse lei ad essersi assentata per qualche momento, e non viceversa.  » Sono felice di essere salita a bordo della Almost Home. E sono felice che a bordo della Almost Home, ci fossi tu.

22:43 Jack [almost home]   « Eivor si alza, lei si spinge un po' in avanti e, rimanendo seduta, torna a poggiare i piedi a terra - il destro in maniera un po' più blanda -. Si china, recupera anche lei il suo caffè, poi alza lo sguardo su Eivor quando la chiama per nome. Il sorriso che le strappa, questa volta, per quanto malinconico, è più completo, sicuro. Non prova neanche a rispondere: tiene le labbra piene chiuse in quel sorriso, e sul fondo dello sguardo la luce più calda che le ha mai illuminato gli occhi dice tutto quello che non fa la voce - i ringraziamenti, i ricordi camerateschi, le richieste di perdono per le incomprensioni stanno tutte lì, annidate in qualche ruga che rende il suo volto più espressivo. Inspira a fondo, lascia passare qualche istante di silenzio. Poi si alza in piedi, tira indietro le spalle. » promettimi questo. « si impettisce un minimo »che ingrasserai. Almeno un po'. « un filo di materna apprensione »

22:48 Eivor [ almost home ]  «  La richiesta le fa storcere le labbra in una piega di finta irritazione.  » Ho tutta la vita per ingrassare. «  Liquida la questione tanto rapidamente quanto il proprio caffè. Si pulisce la bocca col dorso di una mano, che poi si strofina contro la stoffa dei pantaloni della tuta. Sta fronteggiando Jack, tesa fra l'indecisione di guardarla negli occhi o meno.  » E comunque, quella che ingrasserà, di qui a qualche settimana, sarai tu. «  Sottolinea, prima di spingersi di nuovo verso di lei.  » Fammi sapere quando nasce. Io ed Haggerty veniamo a trovarvi. Dovessimo passare attraverso il buco di culo di un Marauder.

22:52 Jack [almost home]   uno non sa mai quando il cibo non ci sarà più. O sarà ancora di meno di... così. « argomenta con una verta, convintissima verve, allargando appena un braccio dietro le spalle di Eivor. » aye, ve lo faccio sapere. Tu però.« e preme un minimo l'avambraccio dietro la sua schiena, provando ad indirizzarla verso la porta. » vieni a mangiare con me, mh? Ho fame e non sono capace, io, a mangiar da sola. « anni di convivenza dovrebbero suggerire ad Eivor come almeno quell'ultima parte sia una verità assoluta - condita da una presenza fisica piuttosto pressante, con cui prova a spingerla fuori. »

22:58 Eivor [ almost home ]  «  Non fa storie: si lascia passare il braccio attorno alle spalle, irrigidendosi quasi per nulla. È soltanto goffa, come se non fosse, semplicemente, granché abituata al contatto fisico -e non più come se ne fosse repulsa.  » Vediamo di trovarti qualcosa di decente da mangiare, magari, anche. «  Propone, masticando il pensiero di qualche ricetta ultrasalutista fra sé e sé. Probabilmente, fra tutte le scatolette che hanno a disposizione, sceglierà soltanto quelle che le sembreranno più adatte all'alimentazione di una donna incinta. Scivolano verso la porta, e ormai si trovano sulla soglia della cabina. Si ferma, e la guarda diritta negli occhi.  » È un po' come se tu la guerra l'avessi vinta, vero?

23:03 Jack [almost home]   « fa andare Eivor avanti e, ottenuto l'assenso, le fa scivolare di dosso il braccio. Quando la pilota si ferma, lei fa lo stesso. In piedi, qualche passo dietro la soglia della cabina, la domanda di Eivor le dipinge sul volto qualche di indecifrabile, ma pacato. Alza gli occhi al soffitto, per un attimo sembra abbracciare con gli occhi non solo quella stanza, ma l'intera anima di metallo della firefly. » well. I named this ship... "almost home". « deglutisce, sposta il peso sulla gamba sinistra e solleva di pochissimo il braccio, quel tanto che le basta per sfiorare con le dita la paratia metallica, in un gesto di affetto che si potrebbe riservare a un essere umano. » and now I'm going home. Not "almost", anymore.« abbassa di nuovo gli occhi su Eivor, e adesso sorride in modo più compiuto, sicuro. » aye, immagino sia così: è un po' come se l'avessi vinta.

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