domenica 19 agosto 2012

my own kind of origins: with a little help from my friends



Quando suo fratello entrò nel saloon col fiato corto, Cristobal Barclay stava vincendo l'ennesima mano di poker e aveva il vecchio Salinger che stava accarezzando la fondina, e glielo si leggeva negli occhi che voleva tirare fuori il pezzo e sparare ai piedi di quel ragazzino arrogante un colpo per ogni dollaro che gli aveva spillato. Raul in quel senso un po' lo salvò: spalancò le porte girevoli e le tenne aperte con entrambe le mani, guardando con un'aria tutta spiritata la gente che stava dentro.

"Oh, che hai?" gli chiese a voce bella alta per spostare l'attenzione di tutti su di lui, soprattutto quella del vecchio Salinger.

"E' la casa dei Rooster - disse Raul ancora trafelato. Si teneva alle porte con le mani, aggrappato come se fosse lì lì per cascare a terra come un sacco - non lo so che cazzo è successo, ma va a fuoco."

Ci fu tutto un corri corri e prendi il cappello e slega i cavalli e muoviti e pagherò pagherò ma ora devo andare. Così, quando i Barclay arrivarono un quarto d'ora dopo a casa Rooster, c'era dietro di loro tutto un branco di persone a cavallo con in spalla secchi vuoti intenti a ragionare d'urgenza sul pozzo più vicino. Quello dietro i mulini probabilmente. Chris saltò giù di cavallo ancora prima di tirare le briglie, e suo fratello fece lo stesso. Erano due ragazzi belli: abbronzati tutti e due, Raul ancora un adolescente, più secco del fratello tanto che al fiume, quando si toglieva la camicia, gli si vedevano tutte le costole. Però avevano le facce belle, prese dalla madre, che il padre somigliava ad un cabron di Bearing, tra Monte Cobrero e la foresta. Veniva da quelle zone, comunque, e in quelle zone non erano belli. I fratelli Barclay erano stati fortunati, a prendere la faccia dalla madre.

Madrida era un villaggio piccolo, ma i Barclay non accorrevano a perdifiato per tutti. Chris aveva un paio d'anni in meno di Cain Rooster, ed erano buoni amici. Tutti e due, poi, avevano lavorato con suo zio Sam, e Susan Rooster aveva insegnato ad entrambi a leggere, a scrivere e a far di conto quando erano ragazzini e i loro genitori potevano pagare solo in uova e farina. Un po' tutto il villaggio doveva la sua istruzione a Susan Rooster, e un po' tutto il villaggio era a seguito dei due fratelli, quella notte. Le buone azioni non sono mai vane, diceva sempre Susan Rooster. L'aveva insegnato a tutti, e quelli s'erano presentati lì a seminare i frutti di tutte quelle buone lezioni.

Jack Rooster, che era una ragazzina con i capelli tutti arruffati di quattordici anni, se ne stava sullo sterrato a tossirsi fuori dal petto pure i polmoni, stretta con le braccia a due galline con le penne color carbone, belle arrostite dal fumo dell'incendio ma ancora vive, più o meno. Chris provò a toglierle dalle mani ma lei, senza neanche guardarlo, iniziò a scalciare che sembrava un asino. Chris la prese per le braccia e urlò il suo nome finché non si calmò, ma si preoccupò quando vide che non riusciva ad aprire gli occhi.

"Che hai agli occhi?"
"Non riesco ad aprirli" 

Eh sì, non riusciva proprio ad aprirli. Le polveri nere s'erano incrostate per bene con il sale di una tonnellata di lacrime, e Cristobal Barclay dovette usare metà della sua borraccia d'acqua per riuscire a ripulirglieli abbastanza da permetterle di vedere di nuovo. Intanto tutti facevano la fila indiana dalla casa al pozzo. Avevano un ritmo coordinato e, a vederli illuminati dalle fiamme arancioni dell'incendio, sembravano un lungo serpente scosso da una convulsione dopo l'altra. Un secchio d'acqua ogni convulsione.

Le galline sfuggirono dalle braccia di Jack Rooster, ma lei confidava che fossero intelligenti abbastanza da non infilarsi nel forno. E comunque, non aveva testa per le galline: davanti a lei il legno solido della sua casa diventava carbone un secondo alla volta, e friniva come certi grilli fastidiosi, in modo tutt'altro che rassicurante. 

"I cavalli, i cavalli" ebbe l'illuminazione, tanto che si sentì di ripeterlo due volte. Si alzò in piedi inciampando su se stessa e, mentre stava ancora a tre zampe, si lanciò in avanti con un braccio già teso. Chris dovette prenderla per la vita mentre stava ancora in ginocchio e buttarsi all'indietro, per bloccarla. Lei per un po' agitò le mani in aria tentando di colpire il ragazzo e dimenandosi come una pazza, continuando a tossire con la poca voce che aveva: "i cavalli, i cavalli!".

"Cub! Cub!" urlava intanto suo fratello, mentre risaliva il serpente umano anche lui impastato di ceneri dopo aver recuperato il cavallo che aveva trovato ancora vivo. Spalancò gli occhi come due finestre quando la vide poco lontano, e corse da lei zoppicando. Aveva vent'anni, Cain Rooster, ed era bello anche annerito. Prese la ragazzina tra le braccia e la strinse forte, e lei fece lo stesso con gli spasmi della paura che ancora la agitavano dai piedi fino alla punta dei capelli. Cain si girò con lei attaccata al collo, senza la benché minima intenzione di mollarla. "Chris, trova ma' e Sam, digli che sta bene".

"Sono andata a prendere le galline"
"Ecco, digli che è andata a prendere le galline... la matta"

Chris annuì e si alzò in piedi, perdendo ben poco tempo a scrollarsi la polvere di dosso. Andò a dire a Susan Rooster e a suo fratello che i loro figli erano vivi e vegeti, poi si mise a creare un'altra fila indiana per far arrivare più acqua. Continuarono ad innaffiarla fino ad essere stremati, poi la casa, per protesta, decise di crollare: i muri portanti ormai carbonizzati si sfaldarono come pane secco, e Jack Rooster e la sua famiglia videro la loro umile dimora divorata boccone dopo boccone dalle fiamme.

* * *

Jack Rooster aveva quattordici anni, allora. Quattordici anni sono abbastanza per capire come gira il mondo ma troppi pochi per farlo girare come vorresti... almeno, lei la pensava così. Era la terza notte che doveva dormire nello stesso letto con sua madre, nello sgabuzzino che i Barclay avevano liberato per loro due. Cain e lo zio Sam dormivano nel fienile di Howles. Anche lei sarebbe voluta andare a dormire nel fienile, ma sua madre non gliel'aveva permesso. 

Sgusciò fuori dal letto che era mezzanotte passata, che in un villaggio di contadini e rancheros vuol dire molto, molto tardi. Controllò che, al piano di sopra, mister Barclay russasse sonoramente come ogni notte, e quindi uscì sulla veranda con la camicia fuori dai pantaloni. Ci trovò Raul che, allarmato, buttava lontano un joint quasi finito.

"Oh, sei tu" disse più tranquillo ma a disagio, con i piedi scalzi. Jack si sporse dalla veranda e poi scese i tre gradini, raccogliendo il mozzicone lanciato un attimo prima da lui.

"Posso?" chiese avvicinandolo alle labbra. Raul scrollò le spalle e allora lei fece un tiro. Ingoiò i colpi di tosse per non svegliare quelli che dormivano. Poi fece un altro tiro e un altro ancora, mentre Raul se ne girava un altro.

"Chris dorme?"
"Magari. L'ho mollato che parlava ancora di Bettany Gray e di come lei non ha occhi che per lui"

Jack aggrottò le sopracciglia e continuò a fumare. Dopo averci pensato un attimo, decise di andarsi a sedere sul dondolo, dalla parte opposta di quella dov'era seduto Raul. Il dondolo cigolò appena non appena diede una spinta maggiore con i piedi, ma Raul la lasciò fare.

"Allora, avete deciso che farete?"
"Nay. Non ci abbiamo i soldi per ricostruirla, e neanche per comprarne un'altra. Penso che andremo in affitto in qualche buco, ma non è che a Madrida ci sia tanta gente che affitta"
"Ah... e quindi?"
"Non lo so. Sam stava dicendo di andare a cercare dall'altra parte del fiume. A Mexican, o addirittura a Ciudad Nueva"

Raul rimase un po' a pensarci tutto incupito. Aveva i capelli con quei boccoli biondi bruciati dal sole, la pelle dorata, i muscoli tesi direttamente sulle ossa. Jack pensò che le spalle gli si erano fatte più larghe da quando aveva preso a lavorare a Deepmotte Farm, anche se aveva ancora quel volto sbarbato da ragazzino. Lui si accese l'altro spinello. Lei lanciò forte il suo mozzicone oltre la veranda e riprese a dondolarsi insieme a lui.

"Non potete mica andarvene da Madrida, eh. Al pastore prende un colpo... te lo immagini a prendersi cura lui delle opere di carità?"
"Come no, se le sarebbe giocate a carte il martedì dopo la messa"

Risero entrambi in maniera un po' strozzata, per non farsi sentire. Poi ci ripensarono e ripresero a ridere in modo più vivace, gorgogliante. Jack si mise le mani sulla pancia a Raul vennero le lacrime agli occhi. Era una di quelle risate che servono ogni tanto, e che non c'entrano niente con quello che ti ha fatto ridere. Il pastore non c'entrava niente, non c'entrava niente il suo vizio del gioco. C'entravano di più la casa bruciata e l'assenza di un tetto buono sulla testa senza dover andare a miglia di distanza, e il fatto che lei stesse a dormire lì dai Barclay e non sapesse cosa fare la mattina quando si svegliava, se non andare a dar da mangiare alle due galline che aveva salvato e che aveva rinchiuso in un recinto improvvisato. 

Smisero di ridere dopo un po'. Raul fece un altro tiro dallo spinello e poi lo passò a Jack. Poi si fece un po' più scuro in viso.

"Dimmi un po' una cosa... è vero che Joel McRea ti sta dietro?"

Jack alzò le spalle. 

"Ah. E... tu?"
"Non lo so. E' simpatico. E mi fa sempre usare il suo cavallo, quando glielo chiedo"
"Ci credo, non saprebbe stare in sella ad un pony se glielo mettessero tra le gambe" borbottò Raul, sprofondando un po' sul dondolo. Jack rise piano, non sembrava troppo offesa. Raul la guardò con la coda dell'occhio e si rimise seduto come dio comanda. 
"Però è bello"
"Se ti piace il tipo..."

Jack fece un altro tiro e poi ripassò lo spinello a Raul. Rimasero in silenzio un po'. Davanti a loro si stendeva una prateria buia e silenziosa. Nell'aria c'era odore di pioggia. Jack pensò che avrebbe dovuto costruire una casetta per le galline. Gli occhi le si inumidirono un po' quando le tornò in mente che casa sua e tutte le sue cose erano bruciate nel rogo. Ci mise poco ad ingoiare tutto, comunque.

"Ma è vero, che Bettany sta dietro a Chris?"

Raul si fece più cupo.

"Lui dice così"
"Ah"

Jack ci pensò un po'.

"E lui è contento? Di 'sta cosa, dico"
"Bo'. Secondo me sì"
"Ah"

Jack si azzittì. Rimasero a dondolare in silenzio ancora un po'. Lei si addormentò sul dondolo. Lui prima di tornare nel suo letto le mise una coperta addosso.









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