venerdì 31 agosto 2012

my own kind of origins: grow up but don't grow hard



Si chiamava Soledad Rodriguez, ma per tutti era Sally. Si era trasferita da Riverside Heighs quando sua madre era morta e ora stava dagli zii paterni che conosceva appena, vecchi e stanchi, che avevano di meglio da fare che star dietro ad una quindicenne. Sally comunque non era una ragazzina problematica: faceva le faccende di casa senza farselo chiedere e, una volta a settimana, lasciava casa per un paio di giorni per andare a Mexican dalla sua mentore, una zitella con tante rughe quanti buoni insegnamenti, che aveva un piccolo negozio di libri e che stava insegnando a Sally le cose di scuola, eleggendola a sua protetta e succeditrice. Jack Rooster gliel'aveva fatta conoscere Susan Rooster, la maestra del villaggio, che l'aveva cercata per prestarle qualche libro quando aveva sentito i suoi zii dire che stava sempre a leggere e rileggere l'unico tomo che avevano loro in casa: la bibbia. Susan Rooster le aveva detto che la bibbia era una gran bella lettura, ma non l'unica.

All'inizio si erano scrutate e valutate, un po' come fanno i cani non aggressivi al primo incontro. Jack le aveva fatto vedere il villaggio nella misura in cui si può far vedere un villaggio di ben poche anime, poi avevano parlato del più e del meno con un certo senso di disagio che prudeva sulla pelle. Erano diventate poi più intime, Jack le aveva insegnato ad andare a cavallo come i cowboy e la portava alla valle a passare i pomeriggi di sole, a volte a mettere la tenda.

Si era resa conto che Jack non era male. Era strana: faceva tutto ciò che facevano gli uomini, tanto che la vedeva con i vestiti da femmina solo la domenica per la messa. Però era strana in un modo che piaceva alle persone, che la faceva essere benvoluta dai suoi coetanei e disinvolta con i ragazzi, sia quelli del villaggio che quelli delle piccole fattorie circostanti. Tutti amavano la sua famiglia: conoscevano Sam Rooster il mandriano e Cain. Cain l'aveva visto poche volte, ma quelle poche volte era arrossita e aveva guardato da un'altra parte.

Sally Rodriguez era diversa in altri modi. Aveva un fisico esile e la pelle tanto chiara che al sole si scottava. I capelli erano crespi e castani, gli occhi piccoli e i lineamenti del viso ricordavano quelli di un roditore. Nessuno avrebbe detto che era bella, ma nemmeno che era brutta. La sua carne pallida, messa a confronto con quella cotta dal sole di tutti i ragazzi e le ragazze abituati ai campi, veniva spesso scambiata per salute cagionevole. La gente che le parlava la trattava come se fosse di vetro, e lei non si lamentava mai per non essere sfrontata. Era tutto sommato serena, però: Jack le bastava a colmare qualsiasi necessità sociale, e per il resto aveva i suoi libri.

"Hai mai pensato a lasciare Sweet Waters?" chiese un giorno Sally a voce alta, mentre dalla riva del fiume sfiorava l'acqua con la punta dei piedi  chiudendo il libro che stava leggendo. Guardava Jack che faceva il bagno lasciandosi trasportare dalla corrente per qualche metro. Un paio di volte, quando ancora la conosceva poco, temeva che il fiume l'avrebbe annegata. Una volta lei era rimasta giù per un minuto intero, ed era risalita solo quando Sally si era messa ad urlare isterica, ridendo. Rideva sempre.

"Mh?" rispose lei con i capelli zuppi, e si mise a nuotare verso la riva.

"Sì, insomma. Vuoi restare a Sweet Waters per tutta la vita? A Madrida?"
"A Madrida non lo so. Mexican, forse. O Ciudad Nueva. In città, comunque"
"E cosa vorresti fare?"

Jack gettò il capo all'indietro e si strizzò i capelli. Aveva un corpo teso e lucido, che la pubertà non aveva ancora formato del tutto.

"Non so... finirò a fare il lavoro di Sam, probabilmente. Dall'anno prossimo smetto di fare la scuola e inizio a spostare le mandrie con lui e Cain."
"E tua madre te lo lascerà fare?"
"Che c'è di male?" chiese Jack uscendo dall'acqua. Senza neanche asciugarsi andò a stendersi sull'erba tiepida, accanto a Sally.

"Niente, ma... non hai mai pensato di fare qualcos'altro?"
"Tipo cosa?"
"Non lo so. Viaggiare"
"Per andare dove?"
"Ovunque..."
"Per fare cosa?"
"Conoscere persone nuove, posti nuovi, cose... diverse"

Jack sollevò un sopracciglio tenendo gli occhi chiusi col sole in faccia.

"E che ci sarà di diverso oltre Sweet Waters? Diciamo che vado dalle parti si Las Cruces, o a Shreveport sul mare. Che ci trovo di diverso da qui? Giusto i pescatori."
"Io non dicevo Las Cruces o Shreveport... io dicevo... fuori da Shadetrack. Lontano, su altri pianeti"

Jack rise. Rideva spesso.

"Certo, i pesos per pagarmi il viaggio a che banca li rubo?"
"Ma non vuoi? Non vorresti? Tutti quelli della nostra età che conosco vogliono andarsene via. Fare qualcosa di diverso che spostare manzi."
"Spostare manzi non è un lavoro facile"
"Anche tuo fratello. Mi hai detto una volta che Cain - e arrossisce appena - che tuo fratello voleva comprare una nave con i Barclay e cambiare vita. Tu non vorresti?"
"Nay"
"Why is that?"
"It ain't me"
"But..."
"It just ain't me"

Sally chiuse la bocca. Non era soddisfatto, glielo si leggeva nella ruga sottile tra le sopracciglia. Jack lo capì dal silenzio, perché aveva ancora gli occhi chiusi. Prese un sospiro e, poggiandosi una mano sulla pancia, spiegò:

"Mi piacciono gli spazi aperti, e il lavoro che fanno Sam e Cain, e i Barclay, e tutti gli altri. Conosco tutti in zona, so di chi fidarmi. Mi piace dormire sotto le stelle e anche nel mio letto, e respirare l'aria di qui. Mi piace l'aria di qui. Se agli altri non piace, non sono affari miei. E se se ne vogliono andare... loro possono farlo. Io qui ci sto bene, ci sto tranquilla. Se voglio stare con qualcuno sto con i ragazzi, o con te. Se voglio stare da sola, sto da sola. Ho un mestiere che posso fare, che paga abbastanza per far vivere me e i miei. Alla gente piaccio. Piace tutta la mia famiglia, senza la gente di qua non saremmo mai riusciti a ricostruire casa dopo l'incendio. Che altro mi serve?"
"Ma non ti annoierai, a vivere così?"
"Non c'è niente di male nell'annoiarsi".

Non c'è niente di male nell'annoiarsi. Sally ci pensò un po' sopra, non sembrava convinta. Si strinse nelle spalle senza trovare però niente da ribattere, riprendendo a leggere il suo libro.

Jack rimase sotto il sole ad asciugarsi, con dentro una serenità placida e rara per una ragazza della sua età. Aveva di fronte un destino perfetto e privo di sorprese, ed era pronta ad accoglierlo a braccia aperte. Qualcuno le avrebbe legato i polsi e l'avrebbe spinta su un sentiero diverso, dieci anni dopo. Ma questo non poteva saperlo. Allora lei e il suo futuro rimasero stesi sotto il sole ancora un po', finché non venne il vento a farli andare via.

* * *

La sera Jack riuscì a convincere Sally ad uscire per la fiera dei cavalli che organizzavano i Deepomotte alla loro fattoria, con bestie che venivano dai ranch oltre il fiume. Sally aveva indossato un vestito scuro e accollato, che sollevava fino alle caviglie quando camminava, per non sporcarne gli orli merlettati. Jack aveva gli stessi vestiti del pomeriggio, e anche se faceva più freddo teneva le maniche della camicia rimboccate fino ai gomiti. Aveva i capelli sciolti, e Sally glieli guardava ogni volta che ci passava una mano in mezzo per scostarli dal volto. Portava anche un cappello da cowboy vecchio e inutile, senza il sole, ma che teneva calato sul capo con una sorta di disinvolta fierezza. Sally avrebbe preferito non uscire. In mezzo alla gente si sentiva a disagio, e i cavalli non li capiva come tutti gli altri ragazzi che avevano genitori e fratelli cowboys, dal Toledo fino a La Trinidad. 

"L'hai letto quel libro che ti ho prestato?" provava a cambiare argomento, stanca degli equini.
"Aye. Non male."
"Non male?"
"Mi avevi detto che il protagonista era un bel personaggio, e invece è un codardo che si piscia sotto anche se vede la sua stessa ombra..."
"Ma tu non devi giudicare la persona... devi giudicare il personaggio" Sally aggrottò le sopracciglia.
"Che vuol dire?"
"Che devi pensare a quanto quel personaggio... può essere reale, o ben tratteggiato, e... non devi giudicarlo in base a cosa pensi di lui, se è una brava persona oppure no."
"Se lo dici tu..."

Furono interrotte quando qualcuno tolse da dietro il cappello dalla testa di Jack, e lei si girò con le mani già strette per fare a pugni. Sally si girò con lei. Vide Cristobal Barclay, che tutti chiamavano Chris, che alzava per aria il suo cappello, e dietro di lui il fratello minore Raul Barclay, che lo guardava torvo.

"Sei un maledetto imbecille, Barclay" disse Jack avvicinandosi a lui e mettendosi sulle punte dei piedi, nel vano tentativo di riprendere il cappello.
"E piantala Chris..." borbottò Raul, con gli occhi un po' scuriti che passavano ogni tanto su Jack.
"Lo sa tua madre che parli così?" chiese Chris tenendo ancora il cappello fuori dalla portata di Jack, e si piegò solo quando lei lo colpì nella pancia con un pugno. Jack colse l'occasione e riprese il cappello, facendo rapidamente tre passi indietro per prevenire ripercussioni.
"Porco mondo, Jack Rooster... chi ti ha insegnato a menare come un fabbro?" chiese Chris con il fiato ancora corto, anche se un po' rideva. Chris Barclay non prendeva mai niente sul serio, pensò Sally rimanendo in disparte.
"Gli stupidi come te che non hanno niente da fare" rispose lei, calcandosi di nuovo il cappello sulla testa e arrampicandosi sulla staccionata per sedercisi sopra. Sally si accostò un po' a lei, ma non si arrampicò.

"Hey Sally - salutò Chris sfiorandosi la visiera del suo, di cappello, tornando poi su Jack - a quest'ora non dovresti stare a dormire?" chiese poi a Jack.
"Hey Jack - salutò anche Raul a voce alta, facendo poi un cenno col capo a Sally - hey"
Sally rispose con un sorriso a metà, mise le braccia conserte sotto il petto e sospirò piano.
"A dormire ci vanno le ragazzine in gonnella con cui esci tu" rispose Jack a Chris.
"Di che parlavate?" chiese Chris senza molto interesse.
"Di libri" mormorò Sally.
"Di libri? - rise Chris, e con un salto salì anche lui sulla staccionata, mettendosi seduto vicino a Jack - e chi ce l'ha il tempo da perdere dietro ai libri?" si tirò fuori dalla tasca un pacco di tabacco e iniziò a girarsi una sigaretta.
"Mica sono tutti ignoranti come te" rispose Jack dondolandosi un po' rigida, temendo che Chris le riprendesse il cappello.
"Tuo fratello è qua in giro, Jack?" chiese Raul più calmo, restando in piedi di fronte a tutti loro, un po' a disagio.
"Aye, ma non lo so dove" disse Jack osservando intanto la sigaretta che si stava facendo Chris.
"Cainey-boy starà a fare le promesse d'amore a Babette Preston per portarsela nel fienile a parlare di... libri" rise Chris infilandosi la sigaretta tra le labbra e accendendosela poi con un fiammifero.
Sally arrossì e si guardò i piedi.
"Che ci sta dentro?" chiese Jack dopo aver fatto un respiro profondo.
"Un po' di tranquillità per rilassarsi dopo una settimana di duro lavoro" rispose Chris, fece un altro tiro e gliela passò.
"Chiamalo duro lavoro, quello che fai tu" rispose Jack prendendo un tiro lungo, e poi un altro e un terzo ancora. Quando iniziò a grattarle la gola, si chinò appena in avanti e allungò il braccio verso Sally.
"Oh, Sal" disse, porgendogliela.
"No grazie, io no..." rispose a mezza voce Sally.
"Sicura?" chiese Jack tranquilla.
"Sì, domani devo studiare" rispose Sally.
"Stai sempre chiusa in casa a studiare, non ti annoi a stare da sola, tu e i libri?" chiese Chris innocentemente, sporgendosi per guardarla in faccia.
"Con i libri non si è mai soli" rispose in uno slancio di orgoglio Sally, continuando a guardare per terra sempre più infastidita.
"Dai... seria?" Chris rise scuotendo il capo. Rise anche Raul, tanto per fare qualcos'altro mentre sfiorava la mano di Jack per prenderle la sigaretta che lei le porgeva.
Sally sollevò la gonna del vestito alle caviglie, incamminandosi di gran carriera lontana dai ragazzi, con gli occhi umidi.
Jack spinse Chris giù dal recinto senza preavviso, facendolo capitolare per terra. Poi saltò giù anche lei.
"Siete proprio due stronzi" disse, e si mise a correre dietro Sally.
"Che ho fatto?" chiese Chris allargando le braccia mentre stava ancora nella polvere. Sembrava un Cristo in croce, con gli occhi spalancati di stupore interrogativo.
"Ma' doveva cucirti la bocca col filo appena nato" rispose Raul, poi buttò a terra la sigaretta e si mise anche lui a rincorrere le due ragazze.

* * *

La mattina dopo Raul svegliò suo fratello lanciandogli addosso un secchio d'acqua fredda. Chris si agitò nel letto e annaspò come se lo stessero affogando.

"Whatthafuckisyourfuckinproblem?" chiese dopo aver preso mezzo respiro, voltandosi verso il fratello minore con gli occhi sgranati che faceva quando erano piccoli e Raul faceva qualche stronzata bella grossa, che non si perdona - o che voleva fargli credere non venisse perdonata -.
"Sei un fottuto imbecille, Chris" ruggì il fratello. 
Chris si mise in piedi completamente zuppo, alternando lo sguardo incredulo tra il suo letto così barbaramente violato e il fratello minore. Raul aveva due anni meno di lui: diciassette. Eppure lo superava già di un paio di centimetri. Era una cosa recente: era sempre stato più basso, prima dell'ultimo inverno. 
"Ma perché continuate tutti a dirmelo?" borbottò passandosi le mani tra i capelli, buttando giù un po' d'acqua annidata tra i ricci.
"Sally Rodriguez ieri se ne è andata senza voler neanche riparlare a Jack"
Chris sollevò un sopracciglio in maniera decisamente strafottente. "E questo perché è un problema mio?"
"E' un problema tuo - Raul prese un respiro profondo e tremante di rabbia - perché non sai mai chiudere la tua boccaccia e devi sempre dire roba idiota quando potresti stare zitto, e poi le scenate me le becco tutte io"
"Jack ti ha fatto una scenata?" chiese Chris mentre si asciugava alla bell'e meglio con un lembo di lenzuolo salvatosi miracolosamente dalla doccia mattutina.
"You can bet your sorry ass she did! - urlò Raul, ancora più inferocito dal vedere il fratello tranquillo davanti a quella situazione che, ai suoi occhi, era drammaticamente irrimediabile - me l'ha fatta tutta, la scenata, a dirmi che non ragioniamo mai prima di dire le cose e che siamo stronzi solo perché quella lì non è identica spiccicata a tutti gli stronzi nati e cresciuti a Madrida e..."
"Ci è cresciuta pure lei a Madrida - osservò incontestabilmente Chris, infilandosi le braghe e poi sopra la camicia - ma poi tu perché ti sei messo ad ascoltarla? E a rincorrerla, pure?"
"E secondo te che mi sono messo ad ascoltarla, imbecille?" urlò Raul esasperato, spalancando le braccia.
Chris ci pensò qualche istante. Poi fece: "ooooh - come chi finalmente capisce tutto. Gorgogliò una risata mentre si abbottonava la camicia. Era proprio un imbecille. - fossi in te cambierei idea, Cain ti farà il culo appena lo scopre"
"Aye, sicuro, con uno stronzo come te in mezzo dovrei averci una fortuna grande come il culo di Rose Sutton prima che ci sia qualcosa da scoprire - borbottò Raul, tornò al suo letto e si lasciò cadere seduto, svuotato. Stette un po' a rimuginare e poi disse, come se non ci fossero altre scelte - devi chiedere scusa a Sally"
"Ma poi perché proprio Jack Rooster? - riflettè Chris ad alta voce, considerando pensieri tutti suoi - non è un po' troppo... acerbetta, mh? Quanto c'ha, quindici anni?"
"E allora?" ringhiò cupo Raul.
"Nay, a pensarci fai bene a iniziare ad annusare l'aria adesso, così appena le crescono le tette puoi buttartici"
"Sei un porco" osservò il minore Barclay con rassegnata puntualità. 
"E tu un'educanda" rispose lui allegro.
"Devi andare a chiedere scusa a Sally Rodriguez" ripetè l'altro.
"Contaci, fratellino"
"Se non ci vai dico a Cain che sei stato tu a mettere in giro la voce che Dalia l'ha mollato perché faceva sempre cilecca"
Chris si infilò anche il secondo stivale e alzò lentamente lo sguardo su Raul.
"You wouldn't..." mormorò.
"Watch me" Raul sorrise tenendo tra le labbra la chiave del problema.

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