venerdì 20 aprile 2012

my own kind of decision to make



Guardo Roona Mei che si dirige in casa dopo un sorriso stirato. La gamba mi fa male. 

Giro la testa verso il sentiero, la jeep della Winter è già lontana. Prendo un respiro profondo come mi ha insegnato mia madre, e mi concedo il lusso di zoppicare fino ai gradini della veranda. Ho bisogno di tenermi ad un palo per mettermi giù seduta, così da non caricare troppo peso sulla gamba. Un altro respiro profondo. Come mi ha insegnato mia madre: non c'è paura che un respiro profondo non possa spazzare via.

Di paura ne ho avuta. Quando la Coyote Queen è calata sui campi di Greenfield, ero sicura che avrebbe sparato. Nel migliore dei casi avrebbe bruciato ettari di campi, nel peggiore avrebbe ammazzato qualcuno. No, nel peggiore avrebbe ammazzato tanta gente. E in quel preciso momento, mentre avevo il cuore in gola, ho risentito ciò che mi aveva detto Edwards solo poche ore prima. Aveva detto: "abbiamo intenzione di lasciar fare il bello e il cattivo tempo a James Murdock ancora a lungo?". Maledetta, me lo sono tra i denti: maledetta voce della ragione, maledetto grillo parlante, avrei dovuto pensarci io e avrei dovuto pensarci prima. E ora che abbiamo evitato di un soffio la peggiore delle tragedie, ora devo fare quella scelta. E farla presto, prima che ritorni.

La verità è che mi sento in colpa, per Jim. Jim è stato tra i miei compagni più cari e uno dei primi a mettere piede sulla mia nave. Uno dei primi a credermi quando gli dissi che c'era un fronte organizzato, uno dei primi a darmi fiducia. Non gli ho piantato io negli occhi quello che ha adesso, ma se non l'avessi voluto nel mio equipaggio ora non potrebbe vedere così lontano, e aver perso allo stesso tempo così tanto la testa. E' pazzo: non vedo un motivo, un pattern, una ragione precisa in nessuna delle azioni che compie. E' mosso da pulsioni quasi infantili, è completamente pazzo: e dio sa che parte ho avuto io, nella sua pazzia.

Rivedo gli occhi velati di lacrime di Roona Mei, poco prima di andare a dormire. Ha il cuore grande come quello di un leone, ma resta pur sempre una bambina, con soli vent'anni e una bontà smodata, e niente di ciò che le sta succedendo se lo merita. Tutti abbiamo perso Blackbourne, ma tutti noi l'avevamo messo in conto tra le possibilità, tutti noi ci eravamo abituati. Lei si è occupata del funerale, lei è minacciata dai Bolton, lei ha James Murdock col fiato sul collo, alla ricerca di una ridicola vendetta per seicento dollari. 

Seicento dollari. Ci avrebbe ucciso, per seicento dollari. 

Un respiro profondo e uno ancora, per smettere di tremare. Me lo ripeto: no, Roona Mei non si merita niente di tutto questo. Non si merita di essere in pericolo, non si merita neanche di avere nemici. Nei suoi occhi neri si tuffa tutta la bontà e l'innocenza del 'Verse, e per quanto sia sbagliata questa vita, non c'è verso che lei debba scontarne il prezzo. Non è giusto. Va fermato.

Devo avvertire Scott... Cole, devo avvertire Cole. Devo parlare con lui del dafarsi. Stanotte ho dormito serenamente, come non mi capitava da mesi. Ritrovarmi la mattina l'odore di motori che si porta dietro fin dentro le narici mi ha fatto sentire in buona compagnia. Vorrei che durasse, ma per quanta serenità mi possa mettere dentro mi troverò sempre davanti Donna Winter, prima o poi, a ricordarmi che per quanto la sua fedeltà sia consegnata a me e nella Almost Home, sarà sempre un uomo spaccato in due. Ho provato a fare un passo avanti. Non so nemmeno se volevo trascinarlo per vedere fino a dove si sarebbe spinto. So che ogni volta che lo guardo negli occhi cerco l'incertezza e il rancore, e il modo particolare che ha per dimostrare la frustrazione, e quel lampo di rassegnazione che gli attraversa il volto quando si sente incompreso e indesiderato. 

Non è il modo giusto per iniziare niente, forse per finirlo. Ma non voglio finire. E adesso non saprei neanche che paracadute garantirgli: con Donna Winter fuori dai giochi di Hall Point, non avrei niente da consigliargli né da offrirgli. Ma forse mi sto facendo troppi problemi, e lui ha in verità molto meno bisogno di me di quanto immagino. Se l'è cavata, mentre non c'ero. Si era trovato un buon lavoro, non onesto forse, ma quale lavoro lo è al giorno d'oggi?

Devo smettere di pensarci. Devo smettere di sentirmi sul filo di un rasoio, devo smettere di pensare che lo sia lui. Devo concentrarmi su Jim, sul problema che costituisce, sui danni che potrebbe fare in futuro, su quanto sia diventato pericoloso per tutti, nonché per il nome di tutti quelli che in vita loro hanno indossato un browncoat.

Devo prendere una decisione. 



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