sabato 8 dicembre 2012

my own kind of niece



"Oh, che fai?"

Jack si chinò un po' di più con le spalle sul fuoco, tentando di combattere il freddo. Se nella tenda avesse avuto luce e riscaldamento, l'avrebbe preferita di gran lunga al falò con gli altri.

"Una cosa"
"Che è, una mucca?"

Non era una mucca. Era un cavallo. Un cavalluccio di legno, per la precisione, un giocattolo. Un soprammobile. Ci aveva messo due giorni per trovare il pezzo di legno perfetto. L'aveva sottratto al fuoco, con grande disappunto dei compagni.

"E' un cavallo"
"Aaaaah, ora lo vedo, yae. E che lo fai a fare?"
"Per una persona"
"E che persona?"
"Una ragazzina. Lo spedisco alla prima stazione postale che incrociamo"
"Non sapevo avessi una figlia"

Jack si strinse nelle spalle. Faceva un freddo porco. Come l'inferno all'incontrario, dicevano a Sweet Waters.

"Non ce l'ho. E'... una nipote. Una specie. Nata da poco"
"Nice... congratulazioni. Com'è che si chiama?"
"Cecilia V. J. Ritter Sterling"
"Un nome impegnativo"
"Abbastanza"
"V. J. per che sta?"

Jack scosse il capo.

"Che ne so. Vallo a capire che cazzo gira nella testa dei genitori"

Sorrise involontariamente mentre da sotto la lama sottile del coltellino iniziavano a spuntare le gambe dell'animale. Soffiò via la segatura e lo rigirò tra le dita, davanti agli occhi. 

"Bisogna trovarle un soprannome" ragionò ad alta voce.

"Mh?"
"Un soprannome. Altrimenti ogni volta che la chiami si fa notte. Una ragazzina ha bisogno di un nome rapido, per venire su bene. Disciplinata."

"Che ne dici di Cece?"
"Mmmh..."
"Cecil?"

Jack si passò la lingua sul labbro inferiore, sentendola congelare un attimo dopo. Freddo fottuto.

"Pensavo a Chuck"



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