lunedì 3 settembre 2012

my own kind of updates



Ritter è tornato.
Ha i capelli più lunghi e sorride più spesso, anche se in quel suo modo strano. Non abbiamo parlato di Sterling, non so cosa sappia. Non so se dirgli di andare a Safeport a starle accanto mentre Presta Donoway sta morendo o se invece di lasciarla in pace, di non distrarla. Vorrei stare dalle parti di Sunset Tower per ogni evenienza, ma Geary legato e sanguinante in uno dei nostri bunker mi inchioda qui. E poi c'è il tornado.

John è stato perfetto. Ha colpito esattamente dove doveva colpire. Non ha fatto un errore, non ha sbagliato un colpo. Non ha sbagliato un tempo o un movimento, non ha sbagliato un ordine. Non ha sbagliato niente. Ha gettato quel fumogeno senza il quale il cecchino mi avrebbe ammazzato. Ha continuato a coprirmi, restando sulla sua posizione. Ha fatto tutto bene.

Sono calma. Sapere Ritter in giro mi tranquillizza, e tutti i miei sono al sicuro, integri. Ho avuto un po' di febbre per la ferita, Ritter mi ha ricucito, ma ho la pelle dura e mi riprendo in fretta. Mi sento già meglio, presto potrò ridurre gli antidolorifici ed essere più lucida. Ho bisogno di essere in forze per Geary.

Ho due nuovi a bordo, un Carter e uno Schmidt. E una di Shadetrack, Hausten. Li ancora poco, ma mi incuriosiscono. E' così ogni volta che prendo gente nuova: mi trovo a fissarli e a chiedermi se diventeranno i prossimi Edwards, i prossimi Wright. O se invece passeranno come meteore, se troveranno un lavoro che paga meglio, con meno problemi.

Sto pensando molto a Casa. A Sweet Rivers, a come sarà. Se sono pronta a tornarvi o no. Mi tiene sveglia finché non sono esausta.

Vorrei avere un sonno senza sogni.

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